Maria Teresa Manuelli
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CHI SIAMO, OGGI E IERI - CHI SIAMO - giugno 1998
Maria Teresa Manuelli
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Raccontare la genesi di Nuova Informazione, è un po’ raccontare il nostro modo di essere, il nostro modo lavorare, sempre “in avanti”. Dunque capita ogni tanto che i colleghi piu’ giovani chiedano, incuriositi, ragione di quella dicitura “gruppo di Fiesole” posta accanto al nome della lista sindacale o accanto alle liste volta a volta per le elezioni dell’Inpgi, dell’Ordine, della Casagit, del Fondo, ma anche dei cronisti e dei pensionati… Un riferimento ad una filosofia piu’ generale, un codice d’appartenenza. Ma come sempre, la cosa piu’ difficile, se non si è vacui ed arroganti -e noi contiamo davvero di non esserlo… – è raccontarsi. Cominciò così lo scaricabarile. Fallo tu, no pensaci tu. Finche’ decidemmo, in ciò tutti d’accordo, ch’era meglio affidare l’incarico alla terziarietà di giudizio d’un giovane. Ci guardammo intorno e la cosa piu’ vistosa in cui inciampò lo sguardo – due metri d’altezza per due metri di diametro o quasi- fu Ettore Colombo. Il quale si prestò volentieri alla fatica. Che iniziava con una domanda:”No, ma perche’ intervisti me? Senti piuttosto Bruno, no senti Aldo, anzi senti Raffaele, senti Alessandra o Mimosa…” in una circolaritàche tornava sempre al punto d’origine: Piero Scaramucci. Che di mestiere fa, in un certo senso, il fondatore. Visto che ha posto la prima pietra del gruppo di Fiesole e prima ancora era stato fondatore di Radiopopolare e, nella notte dei tempi, fu tra i fondatori del Bollettino di Controinformazione e, ma ormai siamo al giurassico, della prima Lotta Continua. Ecco dunque il testo, nella speranza che sblocchi l’imbarazzo e che altri, finalmente, trovino la voglia e il tempo di raccontare un passato che non è passato, poichè vive nelle lotte di tutti i giorni e nei seminari e nei convegni in cui continuiamo ad interrogarci sul senso di questo nostro mestiere.
Una curiosità: il tesserino di cui parla Ettore l’ha regalato a Piero il figlio di Mauro Rostagno (che qualcuno ricorderà: leader del movimento studentesco a Trento e poi di Lotta Continua, fondatore di Macondo a Milano e poi della comunità Saman in Sicilia dove venne ucciso dalla mafia) come un testimone di continuità che passa di mano in mano, di padre in figlio, di generazione in generazione. Come spero sarà anche del nostro impegno sindacale. Marina Cosi