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Inpgi – I fatti, i retroscena e qualche chicca
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Dopo la norma inserita in bilancio, all’articolo 28, con la stesura indicata (o con un testo migliorato, si vedrà) ora proviamo ad approfondire il merito della scelta con una serie di riflessioni tematiche.
Ma mettendo a cappello un documento. Ossia la dichiarazione della presidente Inpgi, Marina Macelloni, che trovate anche sul sito Inpgi. Macelloni giustamente rivendica i risultati positivi di una battaglia durissima, che ha evitato all’Inpgi il commissariamento ottenendo inoltre sia la salvaguardia entro l’Inps delle prestazioni di tutti i giornalisti con contratto di lavoro dipendente, pensionati e attivi, sia la completa autonomia gestionale dell’Inpgi2 per i giornalisti con contratto di lavoro autonomo. A seguire le suddette riflessioni e alcuni dati interessanti, frutto di un dibattito entro Nuova Informazione guidato (lo dice la parola stessa…) da Guido Besana:
“Il Consiglio dei Ministri ha inserito nel testo della Legge di Stabilità la norma che consentirà il passaggio parziale degli iscritti dall’Inpgi all’Inps dal primo luglio 2022. Si tratta di una delle due ipotesi formulate dalla Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio alla quale l’Inpgi ha partecipato insieme a Ministero del Lavoro, Ministero delle Finanze, Inps e la stessa Presidenza del Consiglio. Noi abbiamo lavorato fino all’ultimo perché il governo decidesse per la nostra proposta, quella dell’allargamento della platea che avrebbe consentito all’Inpgi di rimanere autonomo nel suo insieme. Contemporaneamente abbiamo lavorato perché la soluzione di passaggio all’Inps fosse comunque la più tutelante nei confronti degli iscritti e delle loro tutele previdenziali. Abbiamo ottenuto tre cose fondamentali: l’Istituto non sarà commissariato, tutte le prestazioni maturate al 30 giugno secondo le regole Inpgi, anche quelle di chi non è ancora andato in pensione, sono salvaguardate, l’Inpgi continuerà a esistere per assicurare la previdenza dei giornalisti che svolgono lavoro autonomo. Questo era il nostro dovere di amministratori e credo che lo abbiamo assolto nel migliore dei modi. L’Inpgi continuerà a esistere e continuerà a essere, come è sempre stato, un punto di riferimento fondamentale per i giornalisti”.
E ora un po’ di ricostruzione storica e alcune interessanti informazioni:
– Secondo la normativa di legge l’Inpgi avrebbe dovuto essere commissariato e liquidato già da alcuni anni. Ma nel corso del tempo abbiamo ottenuto una serie di rinvii del commissariamento e un’ipotesi alternativa (ossia il possibile allargamento della platea contributiva). L’ultimo rinvio fatto prevedeva che il commissariamento sarebbe scattato solo dopo il 31 dicembre di quest’anno e che nel frattempo sarebbe stata costituita una commissione tecnica con i Ministeri, la presidenza del Consiglio dei ministri, la Ragioneria generale dello Stato, l’Inpgi e l’Inps. La commissione doveva (avrebbe dovuto) studiare due ipotesi: la prima quella dell’allargamento della platea contributiva secondo una proposta proprio dell’Inpgi, la seconda quella dell’assorbimento nell’Inps.
– Che fosse necessario raddrizzare i conti dell’Inpgi anche con interventi legislativi è scritto nelle relazioni al bilancio a partire dal 2009. Lo sottolineano inoltre le relazioni del Collegio sindacale Inpgi, le relazioni della Corte dei Conti, le audizioni dei vertici dell’Istituto davanti alle apposite commissioni parlamentari, innumerevoli documenti da bilanci attuariali a richieste al Governo e al Parlamento della Federazione della stampa. Nel 2019 viene approvata dal CdA dell’Inpgi una delibera, la numero 19, che prospetta la soluzione dell’allargamento della platea: dopo aver accolto altri lavoratori iscritti all’Inps o all’Enpals, come i pubblicisti, i praticanti, i telecineoperatori e fotografi, i dipendenti pubblici addetti agli uffici stampa si fa l’ipotesi di altri soggetti che lavorano fianco a fianco con giornalisti iscritti all’albo, cioè i non giornalisti degli uffici stampa pubblici e privati. La delibera contiene un nuovo bilancio attuariale che mostra come l’ingresso di quelli che all’epoca sono stati chiamati comunicatori, a seconda del perimetro scelto porterebbe a un riequilibrio prima e a un progressivo miglioramento dei bilanci dell’Istituto, eviterebbe l’azzerarsi del patrimonio e anzi lo farebbe crescere. Sulla base di quella delibera viene approvata la norma di legge che sostituiva il commissariamento con l’allargamento della platea. Norma che stanzia una somma non indifferente per compensare i mancati introiti dell’Inps per alcuni anni.
Visto che i dati sull’occupazione diventavano sempre più preoccupanti abbiamo chiesto in mille modi che l’operazione allargamento venisse anticipata, visto che era prevista per l’inizio del 2023. Ovviamente non appena siamo riusciti a ottenere dal Governo Conte 2 la convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi è scattato il lockdown e tutti i cantieri si sono fermati. Nel frattempo si svolgevano le elezioni dell’Inpgi e a giugno 2020 Marina Macelloni veniva confermata alla presidenza e si approvava il bilancio 2019, e soprattutto si avviava una nuova riflessione su come definire la nuova platea. Se la categoria dei “comunicatori” poteva essere vaga, sicuramente quella “tutti i dipendenti delle aziende editoriali come definite dalla legge” è assolutamente definita, bastano i codici Ateco delle aziende. Finalmente qualche mese fa il dossier arriva sul tavolo del nuovo Governo presieduto da Mario Draghi, viene deciso un nuovo rinvio del commissariamento e costituito
il tavolo tecnico. A quel tavolo viene portata la nuova proposta di allargamento, con tutti i dossier di documentazione, i numeri, i conti, i bilanci attuariali. La proposta regge alla opposizione e ai tentativi di smantellamento di Inps, Economia, Lavoro e Ragioneria Generale dello Stato; e alla fine entra intatta nella relazione della commissione.
Cosa c’era sull’altro piatto della bilancia è presto detto: nomina di un commissario con l’incarico di liquidare l’Inpgi, conferire l’intero patrimonio alle casse dello Stato, iscrivere i giornalisti all’Inps con applicazione delle regole Inps, cioè col ricalcolo delle pensioni in base alla legge Dini del 96, iscrizione degli autonomi alla gestione separata dell’Inps. Il primo importante risultato nella commissione tecnica lo abbiamo ottenuto con la formula “a parità di prestazioni”. Il secondo risultato è che non c’è il commissario e non c’è la liquidazione dell’Inpgi, il terzo che le pensioni in essere e tutto quel che viene maturato fino al prossimo 30 giugno continua ad essere regolato secondo le norme inpgi. Questo significa ad esempio che chi ha speso dei soldi per riscattare periodi inps continuerà a godere del miglioramento delle prestazioni ottenuto dall’Inpgi anche quando riceverà l’assegno dall’Inps. Ma significa anche che chi andrà in pensione dopo quella data avrà un trattamento pro rata, quindi la pensione che maturerà con le regole inpgi fino al 30 giugno e con le regole Inps, che da tre anni sono le stesse, in seguito.
– 1– chi matura i requisiti Inpgi per la pensione prima del 30 giugno 2022 va in pensione. 2-chi entra in cassa integrazione o in disoccupazione prima del 30 giugno 2022 mantiene lo stesso regime di trattamenti previsto dall’Inpgi fino al 31 dicembre 2023. 3– dal primo luglio 2022 al 31 dicembre 2023 l’assicurazione infortuni, pur passando in capo all’Inail continua ad essere regolata come ora, comprendendo quindi anche gli infortuni extralavorativi. Chiaramente, essendo un istituto contrattuale andrà anche ridiscussa contrattualmente. 4– si costituisce un comitato Inpgi – Inps per l’unificazione delle procedure. 5– fino a cento dipendenti dell’Inpgi passeranno all’Inps. 6– l’attuale CdA dell’Inpgi oltre al bilancio 2021 dovrà predisporre un bilancio al 30 giugno 2022 in base al quale verranno trasferite all’Inps risorse finanziarie e strumentali. 7– entro il 30 giugno 2022 l’Inpgi riformerà il suo statuto trasformandosi in una cassa previdenziale dei liberi professionisti e parasubordinati. 8- nella legge di bilancio ci dovranno essere le risorse per coprire il disavanzo della gestione principale dell’Inpgi, che saranno alla fine maggiori rispetto al costo dell’allargamento della platea, … ma questo è ormai un discorso inutile (Besana dixit)