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Un Congresso tutto da decifrare
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Un Congresso tutto da decifrare

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Guido Besana Nessuna valutazione
 

Quello di Riccione è stato un Congresso strano.


La FNSI usciva da un biennio particolare, segnato dalla pesantissima cancellazione della gestione principale dell’Inpgi e dalla epocale nascita di un secondo sindacato dei giornalisti. Due eventi che avrebbero dovuto compattare la maggioranza che da anni governa gli enti di categoria. Invece si è verificato un fatto per così dire politico, in seno a quella maggioranza, poco comprensibile.

Controcorrente, nata sei anni fa su spinta di Beppe Giulietti per diventare la casa comune di tutte le componenti della maggioranza, capace di superare le correnti, non ha portato a termine il suo percorso e si è trasformata in una corrente. Una corrente molto forte che ha escluso dal suo percorso le altre componenti della maggioranza: Nuova Informazione, Impegno Sindacale Unitario, Stampa Democratica, Insieme per la Subalpina, Uniti nell'Assostampa Friuli Venezia Giulia e altri gruppi presenti nelle diverse regioni. Per cui Controcorrente si è imposta come soggetto egemonico e ha potuto andare verso il Congresso con il progetto di un governo monocolore. Questo non era necessario né obbligato, anzi, era probabilmente una scelta miope.

All'ultima riunione di maggioranza alla domanda sul motivo per cui non avevamo discusso collettivamente delle priorità e della squadra la risposta è stata: "ne abbiamo discusso ampiamente in Controcorrente, non si può dire che sia mancato il dibattito". Così, in uno schieramento che era ampio e maggioritario, sono state poste due candidature, Alessandra Costante alla Segreteria e Vittorio di Trapani alla Presidenza, frutto della decisione di una singola area. A quel punto inevitabilmente è arrivata la controcandidatura di Paolo Perucchini alla segreteria. Il Presidente della Associazione Lombarda dei Giornalisti, esponente e leader naturale di Stampa Democratica, da qualche tempo critico della gestione della FNSI. Con qualche ragione.

Era il primo di febbraio e sono cominciate due settimane frenetiche in cui le telefonate, le riunioni telematiche, le chat e gli incontri di persona si sono susseguiti tra le varie aree che si ritenevano, a ragione, incomprensibilmente esclusi dal cantiere che avrebbe dovuto essere condiviso. I contatti si sono allargati, e è iniziato anche un dialogo con gli indecisi e gli oppositori storici, cercando di costruire un pacchetto di voti che desse gambe alla sua candidatura. Nuova Informazione ha cominciato a insistere sulla necessità che una candidatura Perucchini doveva stare nella maggioranza, senza liste comuni con le opposizioni.

Tira e molla siamo arrivati a Riccione, Controcorrente si era contata e procedeva tranquilla, lo schieramento degli oppositori era molto agguerrito, i reduci della maggioranza un po' allo sbando. Diciamo che gli oppositori andavano da InformazioneFuturo, il gruppo di Lazzaro Pappagallo che governa l'Associazione stampa romana, a Senza bavaglio e Unità sindacale (Stigliano) tra i lombardi, al gruppo della destra romana guidato da Pierangelo Maurizio. Per completare il quadro aggiungo che a Roma i nostri amici e compagni provenienti da Autonomia che non sono andati con Pappagallo hanno dato vita a Controcorrente Lazio, in Piemonte è nato un gruppo di Controcorrente che ha portato due delegati a Riccione, in Lombardia il gruppo di Rho e Affinito ha aggiunto al suo nome "Non rubateci il futuro" il cognome "giornalisti Controcorrente" e inglobato Antonello Capone e Giovanni Negri.

E così siamo arrivati alle riunioni notturne congressuali, in cui alcuni volevano una grande coalizione per Perucchini Segretario, altri pensavano che due liste li avrebbero favoriti, altri volevano mantenere le loro identità. Alla fine rischiava di disperdersi tutto in un astensionismo inutile. Comunque, dai e dai, si è arrivati a una sintesi.

Silvia Garbarino, Segretaria dell'Associazione Stampa Subalpina ha fatto un intervento in apertura del dibattito congressuale in cui ha difeso le ragioni di chi aveva sostenuto la maggioranza uscente pur non aderendo a controcorrente, ha illustrato un documento, che trovate linkato, e ha proposto la candidatura di Perucchini. Chi vuole trova tutta la registrazione del congresso sul sito di radioradicale, quindi non elenchiamo tutte le reazioni che potete comunque immaginare.

Sembrava corretto, come obiettivo, non avendo avuto una discussione aperta in preparazione del Congresso, evitare una saldatura "politica" a freddo, per motivi elettorali, con chi ci ha fatto perdere l'Inpgi e continua a farci opposizione a prescindere li e negli altri enti. Quindi ci sono state due liste, sia pure a sostegno di Perucchini, ben distinte tra loro dai nomi dei candidati, non è stato presentato per la votazione un documento di politica sindacale che ci accomunasse, e Nuova Informazione non si è ritrovata da sola; non è stato semplice.

Siamo contenti di aver eletto in Consiglio Nazionale Elena Bianchi, Beppe Ceccato e Paolo Pozzi, mentre rischiavamo di avere un solo consigliere, e di poter dare una mano in ALG, dove pure rischiavamo di scomparire.

Non pensavamo a una conclusione simile, quando abbiamo iniziato il percorso delle candidature e della campagna elettorale, ma poteva anche andare molto peggio.
Grazie a tutte e tutti.

 

       
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