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L'informazione non è un giocattolo
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Sindacale

L'informazione non è un giocattolo

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Guido Besana Nessuna valutazione
 

Agnelli, Caracciolo, De Benedetti hanno lasciato le loro aziende editoriali ai figli, probabilmente senza trasmettere loro la passionaccia e il fiuto per l'editoria e l'informazione.

Il risultato si chiama Gedi, un conglomerato di testate che ormai i rampolli guardano come un giocattolo sempre meno interessante. Prima un pezzo, poi un altro, poi un altro ancora, testate in vendita alla spicciolata, nessun rispetto per la loro storia, nessun progetto, nessuna voglia di investire sul futuro di un bene primario per la democrazia, l'informazione. Si vendono quelli che dovrebbero essere considerati gioielli di famiglia come se fossero zavorra fastidiosa.

È la stessa strada intrapresa dalla nuova generazione in Mondadori, Domus, e molti anni prima nel gruppo Monti. Gedi però è molto più avanti, non basta più scartare i vecchi giocattoli, adesso è la sala giochi a perdere interesse. Nelle parole della proprietà il "perimetro" non conta più.

Se per loro stiamo parlando di pezzetti da buttare qua e là l'unica risposta possibile è quella che parte dal tutto, un olismo dell'informazione che come bene primario non deve essere divisibile e frantumabile. Nessuno si salva da solo.

Per il sindacato dei giornalisti la risposta deve essere collettiva e unitaria, nessuno dei soggetti coinvolti, dal fiduciario periferico alla Segreteria federale, deve essere escluso dal confronto. Contiamo che questa sia la strada da qui in avanti, in nome del patto federale e delle previsioni contrattuali.

 

       
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