Redazione
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Rientra dalla maternità e viene demansionata. Condanna al Sole 24 Ore per discriminazione
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Riportiamo il comunicato del Cdr del Sole 24 Ore sulla vicenda della collega Lara Ricci, da diversi anni responsabile delle pagine di letteratura e poesia della Domenica, l'inserto culturale del Sole 24 Ore.
Al suo ritorno dal congedo maternità obbligatorio, nel maggio 2021, si è ritrovata con le mansioni revocate e ad avere meno responsabilità di quelle che aveva 25 anni prima, quando era una stagista. Alla fine, dopo che col sindacato e vari colloqui non si è smosso nulla, ha fatto causa.
La buona notizia è che l'altro giorno il Tribunale di Milano le ha dato ragione, condannando il giornale per discriminazione, ordinando la restituzione di tutte le mansioni sottratte.
Una giornalista “letteralmente espropriata del contenuto centrale delle sue mansioni” in occasione del suo periodo di maternità obbligatoria. Un periodo particolarmente delicato per tutte le mamme e, in questo caso, per una collega, che è stato usato “svuotando il ruolo e la professionalità” e “relegandola al ruolo di mera correttrice di bozze”. Una situazione, durata “ad oggi oltre 26 mesi”, sulla quale non ci sono stati interventi, nonostante “le notevoli sollecitazioni” verso il caporedattore competente e verso il direttore responsabile. Una società che “ha ritenuto di non dovere modificare la linea intrapresa durante l’assenza della ricorrente nel periodo della maternità”. Non parliamo, purtroppo, dell’Italia degli anni ’50, ma citiamo solo alcuni significativi passaggi di una sentenza del tribunale di Milano, con la quale Il Sole 24 Ore il 24 luglio scorso è stato condannato all’immediata cessazione di un comportamento discriminatorio nei confronti di una nostra collega, oltre a un importante risarcimento dei danni professionali e d'immagine. Il 30 gennaio scorso, esattamente sei mesi fa, il Gruppo 24 Ore è stato il primo gruppo editoriale italiano ad ottenere la Certificazione sulla parità di genere. Questa sentenza dimostra che in questi mesi, oltre a lavorare sulla comunicazione esterna, sarebbe servita, e servirebbe, maggiore attenzione dell’azienda e della direzione a quello che accadeva all’interno della redazione. E sarebbe servito, e servirebbe, maggiore ascolto: gli appelli del Comitato di redazione, su questa e purtroppo su altre vicende, sono rimasti troppo spesso inascoltati. I fatti che in questi giorni riguardano i colleghi di Radio 24 ne sono solo l’ennesimo esempio. Le relazioni sindacali, negando la nostra storia, sono state ridotte a un flusso unilaterale, nel quale l’azienda parla e i dipendenti recepiscono. E ora tutti ne paghiamo il prezzo.
Il comitato di redazione del Sole 24 Ore
Per completezza d'informazione sotto la replica dell'azienda:
Vanto di questa azienda è la difesa e soprattutto la promozione della parità di genere e dei diritti delle donne e delle minoranze. E non c’è chi non sappia, internamente ed esternamente, come questi valori siano per me inalienabili e irrinunciabili. La sentenza è ‘lunare’ e ovviamente proporremo tutte le azioni giudiziali per sovvertirla in quanto riteniamo vi siano numerosi profili non ancora adeguatamente valutati dal Giudice. Ancora più ‘lunare’ è in ogni caso il Vostro comunicato, alla luce degli immani sforzi che tutti – come noto- quotidianamente profondiamo per tenere alto il nome del nostro Gruppo in un percorso di confronto e dialogo a tutti i livelli.
Qui invece il decreto del Tribunale.