Aggiornato al
Lavoro autonomo, la battaglia chiave del sindacato
Information
Sindacale

Lavoro autonomo, la battaglia chiave del sindacato

Information
Beppe Ceccato Nessuna valutazione
 

Faccio sindacato da tanto, troppo tempo, ormai. In quasi quarant’anni di lavoro (che coincidono con il mio impegno sindacale), ho vissuto in prima persona l’evolversi della professione.

Da giornalista contrattualizzato e iperprotetto sono passato al precariato e quindi alla libera professione, dalla sera alla mattina. Come me, migliaia di colleghi. S’è scritto e detto tanto sui free lance forzati, articoli 1 usciti dal mondo del lavoro, fenomeno che ha avuto un’accelerazione negli ultimi sei, sette anni e che ha portato il sindacato a cercare faticosamente di dare una rappresentanza all’intero comparto degli autonomi.

Nel cosiddetto lavoro autonomo non ci sono solo gli espulsi dal ciclo produttivo, ci sono tanti giovani colleghi che nelle redazioni non hanno mai messo piede e che lavorano spesso senza conoscere né la storia di questo mestiere né tantomeno i propri diritti, ignari di come comportarsi nei confronti del committente. E poi ci sono i collaboratori della vecchia guardia, quelli che un tempo vivevano fieramente di libera professione. Figure che non necessariamente devono essere ascritte nel ruolo di “precari”.

La crisi del 2009 e la rivoluzione tecnologica hanno squassato l’equilibrio su cui si reggeva il nostro mestiere. Un liberi-tutti per forza, un allontanamento dal sindacato incapace - lo so bene nella mia esperienza di presidente della Commissione Lavoro Autonomo della Lombardia (Alg) - di essere visto come appoggio e forza da usare contro l’arroganza della controparte.

In questo mondo composito un paio d’anni fa commissionammo come Alg, poi fece lo stesso la Clan, un sondaggio anonimo per cercare di capire come vivessero il sindacato i lavoratori autonomi. Ne è venuto fuori un ritratto prevedibile, si lavora partendo già svantaggiati e in rimessa, per la paura di non lavorare proprio: lottare per il compenso? Troppo difficile se non impossibile. Accettare di andare nelle redazioni senza un contratto firmato con commesse precise? Se glielo chiedo non mi fanno nemmeno entrare…

Altro capitolo la formazione, da considerare in doppio binario, uno per conoscere i propri diritti ma anche le modalità operative che comportano il lavoro autonomo, l’altra per maneggiare le nuove tecnologie. Su questo ringrazio il collega Francesco Facchini che da tempo si sta spendendo con ottimi risultati - anni fa passava per un pazzo visionario - per spiegare i nuovi codici del lavoro digitale.

Qui di seguito trovate la mozione che è stata approvata praticamente all’unanimità al Congresso di Riccione. La migliore sintesi che abbiamo potuto fare in Clan, sicuramente perfettibile. Mi auguro che il lavoro autonomo, nettamente preponderante nell’equilibrio tra articoli 1 e collaboratori, sia una delle preoccupazioni principali di questo sindacato. Come? Attraverso la formazione, perché solo con la conoscenza si possono dettare le condizioni per ottenere commesse di lavoro degne di questo nome. Spiegando che gli autonomi devono avere il coraggio di rifiutare lavori a compensi indecenti, per il bene dei singoli e della collettività dei giornalisti free lance. Facendo squadra dentro il sindacato dei Giornalisti, che deve diventare una casa comune. Ci dobbiamo arrivare, tutti insieme. In gioco c’è una vita degna e un’informazione corretta.

 

CONGRESSO di Riccione (29.mo Congresso della Stampa Italiana, febbraio 2023) - MOZIONE SUL LAVORO AUTONOMO, approvata per acclamazione -
Nel contesto di grave precarizzazione della professione e del sistema dell'informazione in Italia, il XXIX Congresso della Fnsi, riunito a Riccione dal 14 al 16 febbraio 2023 RIBADISCE CON FORZA la centralità dei problemi del lavoro autonomo - quasi sempre sottopagato, senza diritti né forza di contrattazione individuale, e che sempre più riguarda la larga maggioranza dei giornalisti attivi –, RICHIAMA le mozioni sul lavoro autonomo approvate al XXVI, XXVII e XXVIII Congresso, e approfondite dalla Commissione Nazionale lavoro autonomo, a cui va data piena attuazione E INDICA COME PROBLEMATICHE PRIORITARIE DA RISOLVERE:

OCCUPAZIONE E CONTRASTO DELLA PRECARIETÀ - Servono politiche e norme stringenti che contrastino la precarietà, lo sfruttamento del lavoro autonomo, dei cococo e delle false partite Iva che dissimulano lavoro dipendente. Vanno potenziati gli aiuti pubblici ai lavoratori e gli incentivi alle aziende, vincolandole all'occupazione regolare e al contrasto della precarietà e all'integrale applicazione dei contratti maggiormente rappresentativi. Va perseguita l'emersione del “falso lavoro autonomo”, anche tramite norme di tracciamento dei contratti e dei pagamenti. Nel contempo il “vero” lavoro autonomo - che deve rappresentare un valore aggiunto per la produzione dei contenuti editoriali - non è “precariato”: va tutelato, tuttavia non dev'essere uno strumento per depotenziare quello subordinato.

I CONTRATTI COLLETTIVI - Devono ampliare le tutele del lavoro non dipendente, ed includere le nuove competenze del giornalismo (p.es. redattore web, fact checker, data e visual editor, audio editor, moderatore web, data journalist...). Per autonomi e parasubordinati vanno meglio definiti ruoli, diritti e tutele, retribuzioni dignitose e iter di stabilizzazione. In questo senso il nuovo contratto Fnsi-Anso-Fisc è un possibile modello anche per altre aree contrattuali.

AUTONOMI ED EQUO COMPENSO - Il sindacato deve parallelamente puntare alla tutela del lavoro autonomo (sia quello per scelta, sia quello in attesa di stabilizzazione) tramite l'attuazione delle leggi sull'equo compenso, per compensi dignitosi e certi per le collaborazioni giornalistiche: 1) Equo compenso per i giornalisti collaboratori delle redazioni (con coerenza retributiva tra subordinati e autonomi, e tracciabilità dei compensi) tramite: - Corretta identificazione dei parametri dell'equo compenso ex L. 233/2012 e sua attuazione, finora arenata in violazione della legge stessa e dell'art. 36 della Costituzione. - Applicazione delle sanzioni della L. 233/2012, negando l'erogazione di contributi e altri benefici pubblici agli editori che non applichino l'equo compenso. 2) Prestazioni anche singole e fuori dagli ambiti redazionali, attraverso: - Decreto del Ministero della Giustizia con espliciti parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi ex L. 27/2012 anche per i giornalisti (non essendo applicabili per analogia quelli delle altre professioni) - Conseguente attuazione anche per i giornalisti della norma generale sull'equo compenso della L. 172/2017, vigente per tutte le professioni, anche non ordinistiche.

CARTA DI FIRENZE - Per il contrasto deontologico allo sfruttamento e alla negazione della dignità degli autonomi va data attuazione alla "Carta di Firenze", avviandone una verifica e un eventuale aggiornamento delle procedure e il suo rilancio, coinvolgendo la Clan che partecipò attivamente alla sua stesura. E va attivato in forma paritetica tra Ordine ed Fnsi, come da art. 3 della Carta, I' "Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti", con il "compito di vigilare sull'effettiva applicazione della Carta, di avanzare proposte di aggiornamento nonché di segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell'opinione pubblica".

WELFARE, ASSISTENZA E INPGI - L'iniquità normativa sulla previdenza del lavoro autonomo e l'esiguità dei redditi degli autonomi porta a minori contributi e minori prestazioni lnpgi. Pertanto, l'impegno per delle retribuzioni adeguate è dirimente per le pensioni degli autonomi e per il ruolo e il futuro dell'lnpgi. Servono inoltre: - Un sistema strutturato di garanzie, assistenza e consulenze (legale, fiscale, imprenditoriale, formazione, aggiornamento) che passi dalla continuità nel sostegno degli uffici di corrispondenza lnpgi sui territori, e alle Assostampa regionali che questi servizi erogano - Allargamento del welfare e politiche di protezione per il reddito dei non dipendenti, segnati da bassi ricavi e discontinuità lavorative. Vanno quindi estese, p.es. norme come l'ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), varata nel 2021 per le sole partite Iva della Gestione Separata lnps, di cui vanno riviste accessibilità e portata. - Impegno dell'lnpgi nel sostegno agli autonomi, come p.es. con il recente provvedimento di rivalutazione dei montanti di legge con interventi aggiuntivi dell'ente, daerogare a seconda dei contesti e con integrazioni maggiori per i redditi più bassi.

RAPPRESENTANZA E VERTENZE - Per una maggior rappresentatività e incisività, il coinvolgimento attivo dei non dipendenti va sostenuto ed agevolato ad ogni livello: aziendale, regionale e nazionale, e deve riflettersi anche negli organismi dirigenti sindacali. Occorre proseguire e rafforzare il sostegno della vertenzialità dei giornalisti non dipendenti e autonomi. Va rilanciato il ruolo delle Commissioni regionali e nazionale e dell'Assemblea del lavoro autonomo. Ciò anche tenendo conto delle proposte di riforma del Regolamento formulate dalla Clan, tese ad estenderne l'elettorato anche a chi esercita la professione autonoma in forma prevalente, e non solo esclusiva, ampliando il bacino di coinvolgimento e il ruolo della Clan.

IL CONGRESSO INFINE AFFERMA CHE la tutela del lavoro autonomo è anche una battaglia per la qualità dell’informazione, oggi basata su un crescente numero di giornalisti sottopagati e precariati, veri e propri “braccianti dell’informazione”, e come tali anelli deboli e ricattabili del sistema italiano del comparto informazione, con evidenti riflessi sulla qualità del dibattito e anche della stessa democrazia.

(Approvato per acclamazione) (F.to: Mattia Motta, Mariateresa Amoruso, Maurizio Bekar, Giuseppe Ceccato, Fabiana Marini, Sara Sergi, Lorenzo Basso, Luca Gentile, Rita Balistreri, Giovanni Di Grezia, Mariachiara Giacosa, Giorgio Ballario, Alessandro Mano, Luis Cabases, Guido Besana, Massimiliano Salvo, Alessandro Martegani, Paolo Pozzi, Paolo Perucchini, Pietro Rauber, Alessandra Mancuso, Silvia Garbarino, Biagio Ingenito, Roberto Cannalire, Patrizia Pennella, Leonardo Testai, Lorenzo Mansutti, Giovanna Fumarola, Maria Elena Bianchi, Anita Rubini, Barbara Bisazza, Domenica Caligaris, Walter Fortini, Poljanka Dolhar, Matteo Naccari, Giuseppe Meloni, Emanuela Villani, Vito Giuseppe Fatiguso, Michele Frallonardo, Chiara Brilli, Luciana Doronzo, Bepi Martellotta, Angelo Oliveto, Claudio Silvestri, Antonella Loi, Ezio Ercole, Andrea Sini, Vanna Palumbo, Carlo Gariboldi, Filippo Petrucci, Fabio Nuccio, Maria Carrozza, Giulia Serra, Paolo Borrometi, Lazzaro Pappagallo, Raffaella Ammirati, Marco Bobbio, Maria Teresa Lamberti, Teresa Fabbricatore, Simonetta Angeloni Dezi, Anna Maria Caresta, Marco Ansaldo, Giuseppe Di Pietro, Carlo Maria Lo Savio, Giuseppe Gandolfo, Ettore Boffano, Antonella Mariotti, Franca Giusti, Sabrina Varriano, Barbara Ferrero, Claudia Brunetto, seguono firme illeggibili)

       
    Il sito Archivio notizie

logo nuova informazione