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Un silenzio vi seppellirà


Lunedì un rumoroso silenzio impegnerà tutti noi giornalisti e le nostre testate contro il progetto di legge sulla diffamazione, in discussione al Senato, che salva i direttori, intimidisce i redattori e lega mani e lingua ai freelance. Peraltro senza porre riparo e ristoro alla dignità e alla vita stessa delle persone offese da errori di stampa. Mentre laddove siano orrori e non errori, cioè siano falsi voluti, come tali costruiti e spesso reiterati, allora non saremo certo noi giornalisti a "proteggerne" gli autori. Vanno cacciati dalla categoria. Insomma siamo di fronte ad una rozza vendetta. L'emendamento approvato oggi al Senato peraltro va contro lo stesso governo, che aveva opposto un suo no tecnico per l’incostituzionalità sostanziale di norme che modificano irritualmente il codice penale, va contro le regole sulla stampa indipendente e va altrettanto contro le regole poste a tutela della dignità delle persone. Lo spauracchio del carcere è una chiara reazione al giornalismo investigativo da parte di una classe politica incattivita e spaventata che approfitta d'una vicenda grave, gravissima - sul "caso Sallusti" Nuova Informazione si è abbondantemente e chiaramente espressa - che ottiene il solo risultato di limitare la libertà del giornalismo investigativo e di conseguenza il diritto dei cittadini ad essere appieno informati
       
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