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Un fiore per Alberto, che capirà


Miei cari, invecchiando si diventati saggi e si evitano i trappoloni preballottaggio... Per cui domani in via Mascagni la commemorazione di Alberto Brasili, accoltellato dai fascisti nella stessa giornata di primavera  del 1975, sarà austera ed in forma ridottissima: corona, saluto e a casa. Rinviando l’avvio d’una Giornata in ricordo dei Caduti della Nuova Resistenza al prossimo 27 ottobre, anniversario della morte di Ardizzone, Sotto, si spera, un diverso sindaco. Questo il comunicato ch’era stato approntato:

RICORDIAMO ALBERTO BRASILI PER TENERE VIVA LA MOBILITAZIONE ANTIFASCISTA

       Il 25 maggio è l’anniversario dell’assassinio di Alberto Brasili. 36 anni fa un gruppo di fascisti lo accoltellava in via Mascagni assieme alla sua fidanzata che si salvò dall’agguato. Uno dei tanti episodi di squadrismo che hanno segnato la vita della città di Milano.  Negli ultimi anni è cresciuta pericolosamente a Milano la presenza e l’attività di gruppi dichiaratamente fascisti e nazisti. Un’attività che non si è limitata alla propaganda di odiose e illegali ideologie condannate dalla storia, ma si è concretizza sempre più in azioni violente. Un ritorno agli anni Sessanta, quando le squadracce erano usate per intimidire, aggredire e terrorizzare i lavoratori e gli studenti che lottavano per difendere i propri diritti. Allora i fascisti erano protetti e incoraggiati da chi li utilizzava come mano d’opera lanciata contro le rivendicazioni popolari. In quegli anni numerosi giovani persero la vita, assassinati dai fascisti o uccisi in scontri di piazza, mentre si battevano per maggiore giustizia sociale e in difesa della democrazia minacciata.             Ma oggi c’è un ulteriore elemento di estrema gravità: i gruppi neofascisti sono contigui alle forze politiche al governo del Paese e della città e molto spesso fanno parte delle stesse coalizioni elettorali. Un fattore che consente loro di organizzare indisturbati una propaganda che nega i valori dell’antifascismo e della Resistenza, aprire sedi e organizzare spedizioni punitive, come è accaduto lo scorso 29 aprile contro l’iniziativa in ricordo di Gaetano Amoroso, un giovane antifascista colpito a morte nel 1976. Una situazione che non può più essere trascurata, anche perché inserita in un contesto europeo che vede in molti paesi una preoccupante crescita dei movimenti fascisti e nazisti.             Milano non si merita di essere infangata in questo modo, la capitale della Resistenza deve difendere la propria dignità. Serve una forte e ampia campagna informativa, culturale ma anche di concreta mobilitazione per impedire a questi gruppi di nuocere alla vita democratica della città.             Lanciamo un appello a tutte le forze democratiche e antifasciste, ai lavoratori, agli studenti, ai singoli cittadini perché facciano sentire la loro voce, per ribadire ancora una volta che i conti con il fascismo sono stati chiusi nell'aprile del 1945 e che i partigiani sono coloro che hanno restituito l’onore all’Italia.  Negli scorsi decenni tanti giovani sono stati uccisi nelle strade di Milano in nome dei valori di libertà e dell’antifascismo e le lapidi che ne ricordano il sacrificio sono accanto a quelle dei caduti della Resistenza.
       
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