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Stampa libera, scudo delle libertà
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A proposito dei 150 anni. I nostri colleghi d'allora si batterono, affrontando prigione e chiusura di testate, raccogliendo firme a centinaia dimigliaia e la solidarietà della stampa straniera, per respingere una legge bavaglio. Ci riuscirono. Loro e allora. Molto più tardi venne il fascismo e spianò, fra le molte, anche la libertà d'informazione. Col solerte ausilio di altri giornalisti... E le donne e gli uomini di oggi? Una breve ricostruzione fatta da storici e una riflessione senza sconti possono essere più avvincenti ed attuali di tanti convegni. Perchè l'accanimento del potere contro la libertà d'espressione non molla mai. Per questo Nuova Informazione col movimento Sciarpabiancasultricolore invitano all'incontro di lunedì 28 marzo (ore 10/1q2.30) a Milano, al nuovo Circolo della Stampa di corso Venezia 48: un quarto d'ora di relazione a testa per tre storici e il presidente della Fnsi, quindi un dibattito essenziale che si concluderà brindando ai prossimi 150 anni dell'Italia unita. Giornali fra autonomia e bavaglio, una storia italiana vista da Milano - "Lo scudo di carta" - (Ovvero come la libertà si difende con una stampa libera) Lunedì 28 marzo, ore 10/12.30 - Circolo della Stampa, corso Venezia 48, Milano professor Nicola Del Corno, Università degli Sudi di Milano, "1848-1859, l'opinione pubblica a Milano tra fervore e reazione". Giancarlo Tartaglia, storico del giornalismo, "1898, i processi ai giornalisti e la nascita del filibustering" Marta Boneschi, giornalista e scrittrice, “Il contributo delle donne lombarde, libere dentro ” Roberto Natale, presidente Fnsi: "Cittadini informati: una libertà che dà fastidio" coordina Marina Cosi In origine fu un '48. L'anno dei portenti fu anche quello che vide nascere il principio della libertà di stampa come lo intendiamo ancora oggi. Presto però il governo del marchese Di Rudinì cercò di rimangiarsi tutto, con un provvedimento di legge "bavaglio" e intere redazioni in galera, in quella Milano del 1898 che aveva visto il generale Bava Beccaris cannoneggiare il popolo in rivolta contro il carovita. Con 80 morti "ufficiali" contro gli almeno 118 contati negli obitori dal giornalista Paolo Valera (oltre 800 invece secondo l’opposizione e mille secondo il celeberrimo canto popolare: già allora era battaglia di cifre). La condanna non piegò i giornalisti,uomini e donne (Anna Kuliscioff era anche una “tesserata” dell’Associazione Lombarda). Perché la libertà di stampa è una pianta tenace: strappata dal fascismo, rispuntata nella Costituzione, da 60 anni respinge ricorrenti agguati. Avanzati con motivazioni diverse, da ultimo la privacy, ma intenti sempre eguali. Un incontro breve, ma intenso al Circolo della Stampa: due ore di ricostruzione e discussione con gli storici e col presidente dei giornalisti italiani. Ingresso libero (si inizia alle ore 10 esatte)