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Santo era rock. Addio al presidente Fnsi


libera informazioneUna strana mistura di orgoglio e tristezza. Tristezza, e tanta, perchè il nostro amico Santo Della Volpe è morto a 60 anni consumato in pochi mesi da un tumore vigliacco; orgoglio per il suo modo di essere giornalista, limpido e generoso, cioè come tutti dovrebbero essere in questo mestiere. Stamane ai funerali, a Roma in Sant'Agnese celebrati da don Ciotti - e ancor più ieri alla camera ardente in Federazione - una gran folla eterogenea gli ha dimostrato tanto affetto. Una consolazione, sia pur limitata, per il figlio Sebastiano e per la moglie e collega Teresa Marchesi. E anche per noi che, amici e compagni, abbiamo condiviso parte d'un cammino esistenziale, nel sindacato a partire da Fiesole e nell'impegno per le libertà civili con Articolo21. Era un combattente dolce e divertito. Non soltanto gentile, infatti, ma proprio di tempra e di modi dolcissimi. Con tutti. Spesso, sbagliando, si dice dolce e si sottintende una certa fragilità, se non debolezza o almeno timidezza. Invece "Santo subito" (chissà che palle ne aveva di sentirsi appellare così, ma non lo dava a vedere) era in prima fila per tutte le cause giuste; una volta si diceva "per i deboli e gli oppressi". Contro mafia, camorra, inquinamento, repressioni, guerre, lesioni assortite di diritti e libertà. Ma con lo stesso entusiasmo celebrava l'eternità del rock, del buon vino e della fede granata: tutti piaceri di cui era intenditore... Sapeva di essere messo male, anche se testardamente fiducioso nell'ultima "cura sperimentale", e l'aveva ricordato a chi lo candidava a presidente Fnsi. Il congresso l'ha eletto alla prima votazione e lui ha contraccambiato dedicando alla presidenza i pochi, intensi ultimi suoi mesi. E a proposito di rock'n'roll, Santo ha tenuto dal palco di Chianciano un bellissimo discorso, ricco di stimoli e passione, concludendolo con una citazione che parlava a noi, ma che parlava anche del suo destino: "Il futuro non è scritto" (era il titolo del documentario di Julien Temple sull'amato e rimpianto Joe Strummer ed i Clash). Pochissimo tempo dopo, il 16 giugno, nel salone della Federazione, un Santo ancor più magro e affaticato inaugurava la Cpo. Ero emozionata anch'io perchè la commissione pari opportunità era stata una mia amatissima creatura per anni e ora veniva chiamata a presiederla un'amica e collega, Alessandra Mancuso, con cui ci eravamo già scambiate un testimone (Giulia, altro contenitore di entusiasmi giornalistici e femminili...). Santo faceva una dannata fatica a parlare: "Scusatemi per questa voce". Ma con quel poco di fiato disse parole importanti, parole in cui credeva molto: del fondamentale apporto delle donne sempre, ma ancor più nei momenti di crisi, come l'attuale, quando senza la risorsa della solidarietà non ci si può risollevare.... Perché questo resta di noi, le parole. M. C.
       
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