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L'Inpgi si salva coi sacrifici di tutti, ma con equità
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Contributi, costi, soci, dirigenti, occupati e pensionati, donne... Prima la Lombarda e poi la Federazione hanno sostenuto col voto l'indispensabilità della riforma Inpgi, elencando gli interventi necessari a mantenere l'istituto in equilibrio previdenziale, fra cui: "un ulteriore intervento di contenimento dei costi dell'ente e dei compensi dei suoi amministratori e sindaci". Quindi anche meno gettoni di presenza, meno consiglieri, meno o niente commissioni, revisione delle spese generali... Perchè tutti debbono contribuire alla salvezza comune, compatibilmente con la legislazione vigente (tradotto: pensionati e relative pronunce di Cassazione e Consulta). Come sapete la polemica è vivace ma, talora, straripa. Il Direttivo Alg si era riunito il 6 luglio, a ridosso della riunione della Giunta Fnsi (8 luglio). I due relativi documenti che indicano necessità e modi di interventi, equità e riduzione delle spese li trovate qui sotto. I nostri consiglieri hanno in entrambi i casi votato a favore contribuendo alla loro approvazione. Come ha scritto in proposito Guido Besana ai colleghi: "la lettura dovrebbe essere sufficiente a comprendere come in rete stiano girando ricostruzioni piuttosto strumentali di quanto avvenuto in direttivo e in giunta". Non solo. Noi chiediamo anche che sia mantenuta quella clausola di salvaguardia inserita nella delibera 2011 (innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia alle donne): inserita fra l'altro dopo una vivacissima discussione entro Nuova Informazione. La clausola prevede il mantenimento del diritto alla pensione di vecchiaia a sessant'anni per le donne che al momento dell'entrata in vigore (che fu poi nell'estate del 2012) fosse stata priva di rapporto di lavoro subordinato e avesse avuto l'ammissione alla prosecuzione volontaria, corroborata da almeno un versamento. DOCUMENTO ALG Il Direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti si è riunito per discutere sulle ipotesi di riforma Inpgi. La crisi dell’editoria, con la drammatica perdita di posti di lavoro negli ultimi cinque anni, ha avuto come conseguenza un fortissimo squilibrio previdenziale: i giornalisti attivi (con posizione Inpgi gestione principale) sono scesi a 15.891 a fine 2014 mentre i pensionati sono saliti a oltre 8.000 (comprese le pensioni di reversibilità). In questo contesto, occorre assumersi la responsabilità di una riforma. Anche per evitare che la riforma venga imposta da altri all’Inpgi. In questi ultimi anni l’Istituto non è stato fermo: ha varato l’aumento dell’età pensionabile delle donne, 3 punti di aumento dell’aliquota a carico delle aziende, e in un triennio sono avvenute oltre 570 assunzioni a tempo indeterminato grazie agli sgravi contributivi varati dal Cda Inpgi. Tutto ciò però non basta: solo nell’ultimo anno, i posti di lavoro persi sono stati oltre 1.000, e il bilancio dell’Inpgi ha chiuso in utile solo grazie alla gestione del patrimonio. Una riforma che punti a riportare in equilibrio i conti nel medio-lungo periodo, a garanzia delle generazioni future e con criteri di solidarietà ed equità, deve avere alcune caratteristiche irrinunciabili: - l’Inpgi non deve allinearsi alle regole dell’Inps; - non vanno creati “scaloni” e vanno salvaguardati i colleghi “esodati” nonché quelli coinvolti negli stati di crisi; - va mantenuta la possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi; - non va inserito l’aggancio dell’età pensionabile alla durata della vita media perché è un sistema che estrae il tema previdenziale dal tema sociale; - vanno mantenute forme di flessibilità in uscita; - occorre che l’intervento sugli ammortizzatori sociali sia limitato. La manovra deve quindi ispirarsi a un principio di equità, solidarietà (anche intergenerazionale) contemperando l’equilibrio finanziario con la salvaguardia di prestazioni adeguate e un efficiente Welfare di categoria. Per quanto riguarda l’ipotesi dell’istituzione di un contributo di solidarietà da applicare a tutte le pensioni, ciò non potrà prescindere dalla legislazione vigente, nonché delle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale in materia. E in un contesto in cui all’intera platea giornalistica sono richiesti tagli e sacrifici è opportuno intervenire ulteriormente sul contenimento dei costi dell’ente, nonché sui compensi dei suoi amministratori e sindaci. Infine, il sindacato dei giornalisti dovrà fare ogni sforzo per intervenire sul mercato del lavoro, favorendo nuove assunzioni, così da poter incidere positivamente rispetto alle previsioni finanziarie di medio/lungo periodo predisposte dall’attuario, con l’obiettivo di garantire un adeguato equilibrio finanziario dell’Inpgi per gli anni a venire. Il direttivo dell’Associazione lombarda giornalisti esprime parere favorevole alla riforma se il Cda Inpgi rispetterà queste linee guida. DOCUMENTO FNSI http://www.fnsi.it/Archivio/ManovraInpgi2015/Delibera_modifica_prestazioni_previdenziali_Inpgi_08_07_2015.pdf