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Rcs al massacro. E con lei il futuro dell'editoria
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di Guido Besana Oggi la Segreteria FNSI ha incontrato cdr e fiduciari di RCS Mediagroup. Si è discusso del piano di ristrutturazione che l'azienda ha in mente di attuare e che è stato illustrato a grandi linee al Cae (comitato aziendale europeo) giorni addietro. Due considerazioni, oltre al comunicato, in coda: al momento non c'è ancora un piano di interventi presentato formalmente alla FNSI e ai Cdr, quindi in buona parte stiamo discutendo di qualcosa che verrà definito solo dopo che i soci avranno dato un via libera all'amministratore delegato, cosa non scontata visti i malumori che stanno emergendo specie tra le banche che ritengono inadeguata la ricapitalizzazione a 400 milioni di euro. Questo comunque non è un normale stato di crisi aziendale, è l'effetto economico di una ristrutturazione finanziaria prospettata da un'impresa che rinuncia anche solo a raffigurarsi come editore. Altri sono gli interessi in gioco e la prospettiva scelta nulla ha a che fare con la possibile progettualità di un'impresa editoriale. Ciò che oggi non rende è da chiudere, chi ha più di 56 anni deve essere mandato via, gli investimenti e i nuovi prodotti non sono determinanti, non c'è un piano editoriale o comunque un progetto visibile. Per questi motivi ritengo che la vicenda RCS, esattamente come la vicenda Mondadori, vada gestita non come una normale vertenza su un piano di crisi, ma come una contesa vera e propria di rilevanza nazionale sul futuro dell'editoria e dell'informazione. Roma, 21 febbraio 2012 Prot. n. 022/C La Federazione Nazionale della Stampa italiana e comitati e fiduciari di redazione del gruppo Rcs COMUNICANO: “Si è svolto stamattina al Circolo della stampa di Milano un incontro fra la Segreteria della Federazione nazionale della stampa e i comitati di redazione e i fiduciari delle testate del gruppo Rcs. Lo scopo era delineare le strategie sindacali dopo la presentazione, l’11 febbraio, del piano di ristrutturazione del gruppo, che prevede l’esubero di 640 dipendenti in Italia (di cui, secondo notizie ufficiose, circa 200 giornalisti), la vendita o chiusura di dieci testate periodiche, l’alienazione del palazzo di via Solferino, storica sede del Corriere della Sera, e una serie di altri risparmi con decurtazioni pesanti dei costi del lavoro. Il segretario Fnsi Franco Siddi e gli altri membri della segreteria e i rappresentanti sindacali dei quotidiani e dei periodici Rcs hanno convenuto sui seguenti punti: 1) la difficile situazione economica dell’azienda Rcs è dovuta alla crisi mondiale del settore, ma in primo luogo a scelte sbagliate del management, come l’acquisto a prezzi fuori mercato dell’azienda spagnola Recoletos, nell’anno 2007, causa principale dell’attuale elevato indebitamento. 2) Il piano di tagli radicali è tutto concentrato sugli aspetti finanziari del problema e appare rivolto a trovare consenso presso banche e mercati piuttosto che allo sviluppo dell’azienda. 3) in questi anni l’azienda non ha investito sul futuro, non si è preoccupata di trasformare la più grande azienda editoriale del Paese alla luce delle possibilità offerte dai nuovi mezzi digitali. Emblematiche le storie di quattro iniziative di prodotti informativi per iPad avviate al Corriere della Sera, a "Max", a "Bravacasa" e ad “A” sono state chiuse dopo poco tempo, l’una per gli scadenti risultati, le altre inopinatamente. I cdr, in rappresentanza dell’intero corpo giornalistico Rcs, sono disponibili a trattare con l’azienda un piano di rilancio, che preveda risparmi, tagli agli sprechi e soprattutto l’inserimento pieno nell’informazione digitale, che dovrà affiancare e integrare quella su carta. Chiedono dunque, prima di avviare trattative con l’azienda, la presentazione di un piano industriale ed editoriale, con l'indicazione preliminare e chiara della ricapitalizzazione a carico degli azionisti, che negli anni si sono distribuiti lauti dividendi, e delle condizioni di rinegoziazione del debito. Chiedono di non proseguire sul fronte delle dismissioni e ritengono non discutibile un progetto che voglia soltanto stravolgere l’assetto delle testate e distruggere patrimoni accumulati negli anni. I cdr Rcs avvieranno iniziative comuni con il sostegno della Fnsi. Federazione Nazionale Stampa Italiana Cdr Corriere della Sera Cdr Gazzetta dello Sport Cdr periodici Rcs”