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E Grillo disse: vade retro stampa
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Guardare la tv e stropicciarsi gli occhi. Non è vero e non ci credo. Antichi fantasmi dittatoriali o una commedia dell'arte scappata di mano? Subito partono i tentativi di analisi nel nostro gruppo di discussione. Il primo commento viene da Bianca Mazzoni: "Mi sembra di avere un incubo. Vedo su Rai News le prime notizie che arrivano da piazza San Giovanni a Roma con i giornalisti italiani messi alla porta dagli organizzatori a 5 stelle, leggo le prime proteste da parte di Ordine e Federazione, che mi sembrano assolutamente inadeguate, perchè deboli e scontante. Poi le prime reazioni e i commenti dei lettori sul sito di Repubblica, tutte dell tono: voi giornalisti ve la siete cercata, avete trattato male il movimento. Che sta succedendo? Qualcuno può rassicurarmi che sto solo esagerando pensando ad antichi roghi del passato? Il fatto che ci sia voluto l'intervento della polizia per riammettere i giornalisti sul palco di piazza San Giovanni non mi consola". Nessuna esagerazione, per Marco Restelli, anzi: "Grillo è solo la punta dell'iceberg del fenomeno. Questo è il risultato della strisciante guerra condotta contro i giornalisti italiani da gran parte della classe politica italiana negli ultimi trent'anni, una guerra condotta con le armi del disprezzo e della delegittimazione: da Craxi e D'Alema fino a Berlusconi & Soci. Grillo arriva buon ultimo". Macchè punta, Grillo è l'intero iceberg. Un unicum. Ma, attenzione a non demonizzare i grillini, che non sono come lui, come scrive Oreste Pivetta: "Non credo che Grillo e grillini siano la punta dell'iceberg. E' vero che in passato, "da Craxi a D'Alema fino a Berlusconi & soci", non sono mancati critiche, attacchi, intimidazioni nei confronti della stampa. Ma non si era mai giunti ad escludere i giornalisti dal palco o dalle immediate vicinanze di un palco, durante un comizio in piazza. Mai! Grillo non arriva buon ultimo. Grillo arriva primo o forse secondo (per il "primo" autentitico bisogna tornare parecchio indietro, al famigerato ventennio fascista). Molti possono condividere le stesse colpe nei confronti della stampa (dall'arroganza padronale alla rappresaglia), ma Grillo è tutto particolare, presunto padrone di una verità assoluta che non discute con i suoi sostenitori e tanto meno con i suoi avversari, portatore di un pensiero unico (il suo), propagandista a colpi di slogan facili, carichi di seduzione, privi di senso, violento nel linguaggio (quel "tutti via" è un'espressione del ventennio appena citato). Non so bene a chi paragonare Grillo: a Mussolini, a Goebbels, a Peron, a qualche caudillo sudamericano. Stiamo attenti. Sono convinto che i grillini non siano come lui". Nella discussione interviene anche Saverio Paffumi: "Grillo è la clava che certe inerzie dei partiti si meritano al 100%. E teniamo conto che "inerzie" è un eufemismo. Senza quelle inerzie o con un'opposizione che ne fosse stata immune e davvero antagonista, Grillo non avrebbe neanche cominciato a fare politica (perché l'antipolitica per chi non se ne fosse accorto è politica a tutti gli effetti). Il problema è che quella clava sulla testa ce la becchiamo noi, noi inteso come cittadini italiani e non solo come giornalisti. Ho anche io, come Oreste, la speranza che i grillini non stiano a Grillo come i leghisti stavano a Bossi, a suo tempo, o i fascisti a Mussolini. Del resto lo scopriremo presto in Parlamento. Speriamo di poterci professionalmente occupare di loro...speriamo che non siano loro a occuparsi di noi...Ricordate il'68? Una grande risata rischia effettivamente di seppellirci... solo che non fa più ridere". Nel frattempo sono le otto e mezza di sera. La discussione prosegue, la performance di Grillo anche.