Aggiornato al

Prima gappisti e poi sposi. Ne parliamo il 17


Appuntamento sabato pomeriggio prossimo al Cam di corso Garibaldi 27. Lì con parole, canzoni e video ricorderemo Giovanni Pesce - il "comandante Visone" - e Nori Brambilla, ai quali verrà finalmente intitolata la sezione Anpi di Milano sinora definita soltanto con un'indicazione topografica: sezione Zona Centro o familiarmente "la Uno". La decisione venne presa sette mesi fa, nel corso della "nostra" (e poi spiego perchè nostra) assemblea annuale di sezione, e fu preceduta da una breve discussione che però alla fine ci ha visti d'accordo sul fatto che il tributo  andasse reso alle due individualità distinte. A Giovanni e a Nori. Due gappisti che, giovanissimi, scelsero di servire un'idea, mettendo quotidianamente a rischio la vita, con fulminee azioni armate, finendo poi in carcere e da lì l'uno al confino e l'altra in campo di concentramento. E che si conobbero quando già agivano clandestinamente, si innamorarono e si sposarono due anni dopo nella Milano appena liberata ("Celebrò il sindaco Greppi e non tenne un discorso, ma un sermone, non la finiva più di parlare", ricordava ironica Nori. Greppi probabilmente era commosso perchè davanti a quei giovani pensava, forse, a suo figlio loro coetaneo, caduto nella lotta partigiana). Nori era Nori, non "la moglie di Giovanni", e il gran bene che si son voluti per tutta la vita e che han voluto alla figlia Tiziana, che sabato sarà presente alla commemorazione, non devono indurre a dimenticare il suo specifico contributo alla Liberazione. Sempre citando Nori: "L'Italia è un paese profondamente maschilista. Si è subito dimenticato delle partigiane. Tutti i presidenti della Repubblica, persino Pertini, il 25 aprile invitavano al Quirinale soltanto maschi. Sì a me era capitato di andare a Roma, ma al seguito di Giovanni. Perchè un presidente si ricordasse di noi donne partigiane abbiamo dovuto aspettare Ciampi". Sono molto orgogliosa di essere nella sezione che porta i loro nomi e di esserci assieme a tutti gli altri "giampini" - il gruppo di giornalisti che chiesero (chiedemmo: io, Michele, Bianca, Maxia, Andrea, Serena, Enzo, Cristina, Rita, Laura, l'altra Marina, Paola, Beppe, Luca, Giampiero, Vera e Pif) l'iscrizione all'Anpi dopo agli attacchi fascisti di Saia contro la redazione dell'Unità. Chiedemmo anche di poter stare tutti assieme, tutti quelli che lo volevano, in una stessa sezione, che in origine fu la Curiel e poi la Uno quando questa fu fatta nascere. La richiesta fu accolta e la decisione ufficializzata con una bella cerimonia in via Mascagni, nella vecchia sede Anpi poi venduta dalla Moratti..., e venne a complimentarsi e a stringerci la mano anche lui, Giovanni Pesce, il comandante Visone. E poi dici che il destino non esiste! Riassumo l'appuntamento, precisando che la sezione "Giovanni Pesce e Nori Brambilla"  è in Via San Marco 49, ma che l'iniziativa di sabato si terrà in Corso Garibaldi 27. Vi aspettiamo. Ciao, Marina. *** Sabato 17 novembre, dalle ore 15 alle 18, al CAM di corso Garibaldi 27, iniziativa pubblica per raccontare di Giovanni e Nori. Con interventi, testimonianze, canti partigiani, video e letture teatrali. Ci si arriva col metrò verde o coi tram (MM2 Lanza, Tram 2, 4, 12 e 14). *** Programma: Interventi di Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano; Jole Bagnoli, sindacalista, commissione femminile CGIL Milano; i ricordi di Tiziana Pesce, figlia di Nori e Giovanni; Canzoni partigiane del coro “Suoni e l’Anpi” e de “Il fiore meraviglioso”; Lettura scenica di “La Liberta’ la va a minuti” di A. Quatela; video con interviste a Nori Brambilla e Giovanni Pesce; Presentazione della mappa "Milano, Itinerari della Resistenza" a cura della sezione "Giovanni Pesce e Nori Brambilla, Zona 1 Milano".
------------ dal sito web ANPI Lombardia http://lombardia.anpi.it/  -----------
"Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.[..] questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione". Dal discorso agli studenti milanesi del 26 gennaio 1955 di Pietro Calamandrei
       
    Il sito Archivio notizie

logo nuova informazione