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Parodia Casagit di Ciccio De Bonis


Di Andrea Leone*

Temo che il cronista collettivo Francesco M. De Bonis, cugino carnale di Ciccio Abruzzo, che ne ha addirittura rivendicato l'identità, faccia sempre più il collettore di diffamazioni spicciole e sempre meno il cronista. Non si spiegano altrimenti i marchiani errori del suddetto. Cominciamo dal fatto che l'assemblea della Casagit non ha deciso nulla; ne' doveva farlo. Tanto meno ci sono state delibere del Cda. Prima di parlare, De Bonis dovrebbe, semplicemente, informarsi. Nessun taglio poi è stato deciso alle prestazioni. Solo risparmi sulle convenzioni, questi sì, decisi e deliberati, ma a carico delle strutture o medici convenzionati e non dei soci. Della misura di adeguamento dei contributi per coloro che godono di assistenza per più familiari a carico si è parlato, ma come un riequilibrio del sistema solidaristico su cui si basa la Cassa. Sembrerebbe, infatti, ragionevole che chi usa maggiormente la Casagit possa pagare qualcosa in più, una somma quasi simbolica, che andrebbe da 9 a 18 euro mensili a seconda del reddito. In ogni caso se ne parlerà, mente va avanti lo sforzo per risparmiare tutto quanto è possibile senza togliere la possibilità di ottenere rimborsi pieni o di non pagare nulla a nessun socio. Sulle obbligazioni Lehman Brothers, se il “cronista collettivo” De Bonis facesse il suo mestiere, cioè informarsi in merito a quello di cui parla, avrebbe letto sul “Sole 24 ore” e su “Italia Oggi” di due settimane fa e su “Repubblica” di oggi notizie che seppure incomplete, gli avrebbero permesso di evitare un'altra brutta figura. Abbiamo citato in giudizio “Fideuram” certi del nostro buon diritto in virtù del contratto di consulenza che abbiamo stipulato. Tutto ciò, nei comunicati che abbiamo emesso è scritto. Ed anche pubblicato sul sito Casagit.E arriviamo ai crediti. E normale che i contributi relativi a un certo periodo non arrivino entro la chiusura di bilancio. Vengono quindi esposti, come accade dovunque, come crediti. Parimenti quelli che sono inesigibili (nel nostro caso 1,7 milioni di euro) sono compensati dal fondo apposito previsto nel bilancio Casagit (pari a 1,7 milioni). Nel  frattempo, come spesso accade nel panorama editoriale, qualche altra azienda fallirà, e forse qualcos'altro diventerà inesigibile, nonostante tutte le nostre dovute ed eseguite azioni legali. Quale silenzio dunque? Quello che dovrebbe mantenere il “cronista collettivo” De Bonis invece di sparare stupidaggini? Esempio, la cifra di 23 milioni di euro di deficit da lui citata è falsa, quindi passibile di denuncia penale. Cui ne potrebbe seguire una in sede civile, per rinpinguare le casse della Casagit. *presidente Casagit  
       
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