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Oreste racconta il liberatore dei matti


Si tolse il camice e tolse loro la convenzione di dargli del lei. Restò l'uomo Franco, un uomo dalla competenza psichiatrica indiscussa, nota bene, di fronte ad uomini come lui, come noi, ma pieni di dolore e troppo spesso abbandonati e addirittura puniti per essere poveri e doloranti. Chi è giovane non può immaginare quanto allora fosse cattivo il mondo del sentire comune quando si trovava di fronte a qualcosa che usciva dai binari o che non era in grado capire.. "Allora" c'era però anche un'incredibile vitalità e la convinzione che questo mondo si potesse cambiare. Erano gli anni Settanta. "Franco Basaglia, il dottore dei matti. La biografia" è una storia di tutti prima ancora che il racconto di una singola vita: un mosaico storico su una rivolta riuscita, quella della psichiatria democratica contro i manicomi lager, che condusse ad un'ottima legge in un Paese però che fa le leggi ma poi le abbandona come gattini senza il latte degli adempimenti applicativi. E va letta. L'autore è Oreste Pivetta, collega di vasta cultura e di rara sensibilità ed intelligenza. Micro testimonianza: io c'ero in quel febbraio del '73. L'ospedale aperto, i poveri matti in giro per le stradine, i medici e gli infermieri appassionati, il celeste Marco Cavallo portato a Venezia per le calli, un freddo bestia. Lavoravo all'Avvenire, il mio capo del tempo mi disse "Vai pure", tre giorni. Al ritorno il segretario di redazione, a cui stavano sulle palle i non integrati, mi contestò l'acquisto di foto, bellissime, bianconero. del corteo di Marco Cavallo. Chiamai il fotografo e lui: Ma ve le regalo! Feci una pagina su Basaglia e nei mesi successivi una rubrica sull'handicap, nuova psichiatria, un tentativo di capire noi per primi e di far capire ai lettori come stava cambiando il mondo. Anche i giornali allora erano percorsi da questo brivido sperimentale, mica tutti, naturalmente. Però... Ma fermiamoci qui.  Marina Cosi

----------- "Franco Basaglia, il dottore dei matti. La biografia", di Oreste Pivetta, Dalai editore (collana I Saggi) 2012, pp. 287. Codice ISBN-10: 8866205699. SINOSSI: A un trentennio dalla morte, la figura di Franco Basaglia, il suo lavoro e la famosa legge che ha portato alla chiusura dei manicomi, continuano a suscitare grande consenso, ma anche molte critiche. Il libro, racconto di una vita, cerca di ricondurre la vicenda di Basaglia - tra l'antifascismo, il dopoguerra, l'università e la direzione degli ospedali psichiatrici di Gorizia e Trieste - all'interno dei mutamenti epocali che coinvolsero la società e la cultura italiane, in particolare nel tumultuoso ventennio 1960-1980 segnato dalle grandi lotte operaie e studentesche, ma anche dalle bombe stragiste e dal terrorismo, ventennio che si contraddistinse per una spinta riformista mai più ritrovata. Tra Gorizia e Trieste, Basaglia, unendosi a un gruppo di giovani psichiatri, realizzò, sperimentandola di giorno in giorno, una radicale riforma dell'istituto manicomiale, dopo aver denunciato l'orrore della segregazione e dei mezzi coercitivi utilizzati o dei cosiddetti sistemi di cura (come il massiccio uso dell'elettroshock). Una riforma ispirata non solo a principi di umanità, ma soprattutto al riconoscimento dei diritti del malato, della sua libertà, della sua appartenenza alla società civile, contro una condizione di emarginazione che escludeva qualsiasi possibilità terapeutica. Obiettivo di questo libro è riconnettere la figura di Basaglia alla cultura e alla politica dei suoi tempi, mostrando il valore della sua battaglia nel cammino d'emancipazione della società italiana.

       
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