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Nino Gorio è morto. Ciao collega e compagno camuno
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Se n'è andato, Nino Gorio, a 63 anni dopo, come si suol dire "una lunga malattia": s'era adobbato nell'ultimo decennio d'una lunga barba e di pensieri ancor più alternativi. Un abbraccio alle figlie. E all'ex moglie che, caso singolare, gli era rimasta amica. Era nato nel '50, il 12 settembre ed era stato una persona bellissima. Puro, combattivo, senza mediazioni inutili. Ci aveva rappresentati nelle istituzioni di categoria, noi di Nuova Informazione intendo dire: certo non è la principale dote della sua biografia, ma qui siamo sul sito di N.I. e conta ricordarlo. Veniva dal Giornale di Brescia (cronista tenace della strage di piazza della Loggia) e i colleghi di Milano l'avevano conosciuto come cronista del Giorno, quando questo era ancora un giornale d'avanguardia di cui andare orgogliosi. Ci lavorò con dedizione per dodici anni. Aveva una particolare passione per la storia, con la maiuscola: storia romana, storia della preistoria camuna, storia di sfigati vari (gli armeni massacrati dalla Turchia, il semiomonimo Nino Bixio morto a Sumatra dopo una vita al fianco di Garibaldi, i balkani sconfitti da tutti, i totalmente ma meravigliosamente inesistenti Re magi). Al Giorno disegnava quelle meravigliose vignette, alcune anche per la nostra propaganda N.I., in cui due paleogiornalisti camuni, già allora in rissa fra Bergamo e Brescia (ovviamente vinceva sempre il bresciano), incidevano su pietra le loro cronache. Uscì dal Giorno ai tempi della sua separazione coniugale, che corrispose ad un cambiamento radicale di vita. E fece il freelance, in anni in cui del "libero lavoro" si riusciva ancora a vivere: per l'Unità e il Sole 24ore, ma soprattutto occupandosi di viaggi (che era un'ottima scusa per fuggire da casa; ma ovviamente lo fece benissimo e in modo integerrimo: divenne anche vicepresidente di Neos, l'associazione di Giornalisti di viaggio) per Focus, Meridiani e in libri di viaggi per Feltrinelli. Che altro? Si dedicò ai giovani giornalisti, con suggerimenti, riunioni, corsi. Perchè il mestiere avesse non solo un futuro, ma un futuro dotato di memoria. Ciao Nino, ti volevamo e ti vogliamo ancora tanto bene