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Mediaset, trasferimenti e denunce


Colpi bassi a Mediaset. Una cosa è la catena di montaggio di un'auto, una cosa ben diversa l'informazione che si può e talora si deve produrre in maniera diffusa e rimontare a mosaico, come fanno notare oggi i comitati di redazione che solidarizzano coi 77 lavoratori presi di peso e trasferiti a 600 chilometri da casa. Intanto a Madrid Telecinco è finita dentro un braccio di ferro di denunce e contro denunce il cui risultato per ora è soprattutto un preoccupante buco di bilancio... Andando con ordine; questo è il comunicato  emesso oggi dai CdR di News Mediaset, Sport Mediaset, Studio Aperto, TG4, TG5 e  Videonews: "Mediaset ha annunciato che intende trasferire 77 dipendenti da Roma a Milano.Tale trasferimento viene motivato dall'azienda con ragioni di "maggiore efficienza organizzativa".  Questa procedura va a colpire dei soggetti deboli, donne e madri lavoratrici impossibilitate al trasferimento e dunque costrette alle dimissioni dal lavoro.I Comitati di Redazione di Mediaset concordano con le Organizzazioni Sindacali Territoriali CGIL, CISL e UIL e con le RSU aziendali nella convinzione che la procedura mira soltanto a ridurre i livelli occupazionali e rappresenta un ulteriore passo per una drastica diminuzione dell’occupazione dopo le esternalizzazioni del passato recente.  L'operazione è inaccettabile anche perché attuata in un’impresa di comunicazioni in cui la sede di lavoro è sempre meno rilevante, soprattutto alla luce delle innovazioni tecnologiche, e perché sintomatica di un atteggiamento rinunciatario di fronte alla crisi, che privilegia i tagli e non prevede concrete azioni di rilancio, possibili solo investendo sulla produzione e sul patrimonio umano.I CdR di Mediaset esprimono la loro solidarietà a tutte le colleghe e colleghi coinvolti". Intanto in Spagna Telecinco ha chiesto danni per 3,7 milioni di euro e 3 anni di carcere per Pablo Herreros, un blogger che, disgustato per una trasmissione, aveva lanciato un appello alle aziende inserzioniste affinché ritirassero la pubblicità dal programma ("La Noria"), definito telebasura (telespazzatura), che aveva pagato 9.000 euro per intervistare la madre di un giovane condannato per la sparizione di una ragazza sivigliana. Herreros sostenne che era una vergogna e lanciò il suo appello: decine di migliaia di persone lo sottoscrissero e molte aziende ritirarono la pubblicità tanto da causare la chiusura del programma. Telecinco, sostenendo che quella di Herreros non era una critica ma una minaccia, lo ha denunciato. Potrebbe essere un vero e proprio boomerang, anche se, coi tempi che corrono... Come contro reazione è partito in rete un secondo appello che rilancia e, a questo punto, chiede alle principali aziende inserzioniste di non finanziare Telecinco finché non ritiri la querela. Hanno già firmato centodiciottomila (118.000) persone...
       
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