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L'Inpgi arranca ma chiude il 2013 in "attivo"
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I bilanci, di assestamento 2013 e di previsione 2014, sono stati ieri approvati dal Consiglio generale Inpgi. All'unanimità. Ma unanime era anche la preoccupazione per le prospettive dell'istituto previdenziale dei giornalisti, stretto d'assedio da una crisi del settore editoriale di cui non si vede, ad oggi, soluzione. Con gli indicatori fondamentali del 2013 inseriti in un trend negativo che attraversa tutto l’ultimo quadriennio. Per fronteggiarlo da una parte l'Inpgi ha messo in campo iniziative di sostegno concordate con sindacato e datori di lavoro, dall'altra ha proceduto alla creazione d'un fondo in cui trasferire l'intero patrimonio immobiliare, così rivalutandolo. E conquistando un attivo di bilancio 2013 che invece, se si guardasse allo squilibrio fra minori contributi e maggiori esborsi, si leggerebbe come un passivo di 27,74 milioni di euro. Come spiega in un comunicato il presidente, Andrea Camporese: "L’Inpgi, tuttavia, ha saputo - attraverso un lavoro costante sul patrimonio e sulla struttura - far fronte a tutte le passività emerse, senza mai intaccare le riserve accantonate. La diminuzione sostanziale dei contributi in entrata e l’aumento dei costi che l’Istituto sostiene per l’erogazione degli ammortizzatori sociali, descrivono un tessuto economico gravemente compromesso che necessita di interventi urgenti. I positivi accordi raggiunti nel tempo tra le Parti sociali hanno avuto rilevanza nella tenuta dei conti. La riforma delle aliquote IVS, gli incentivi alla stabilizzazione messi in campo dall’Istituto e il sostegno una tantum ai costi sociali da parte degli Editori, sono il segno di una condivisione di responsabilità che necessita di ulteriori sviluppi. "Tra le scelte strategiche messe in campo dall’Istituto per fronteggiare il perdurare della crisi, particolarmente importante è la costituzione del Fondo Immobiliare “Inpgi Giovanni Amendola”. Al suo interno verrà progressivamente trasferito l’intero patrimonio immobiliare dell’Ente. Il vantaggio di tale operazione consiste nella rivalutazione degli immobili, che saranno iscritti a bilancio non più in base al loro valore storico ma alla luce del loro attuale valore di mercato. Gli utili derivanti da tale operazione - che si stimano in 70 milioni di euro per il solo anno in corso - uniti agli ottimi risultati della gestione mobiliare dei titoli - che si attestano in circa 28 milioni di euro - consentono di chiudere il bilancio di assestamento 2013 con un attivo di circa 61 milioni, nonostante il rapporto tra entrate per contributi ed uscite per prestazioni si chiuda con un disavanzo di 27,74 milioni. “In particolare, per quanto riguarda i vantaggi del Fondo Immobiliare - conclude il presidente Camporese - oltre alla rivalutazione del patrimonio al valore di mercato, va sottolineata l’importanza del recupero in misura rilevante dell’Iva sia sugli acquisti di nuovi immobili che sulle prestazioni di lavori e servizi, in quanto per l’Istituto l’Iva (salita al 22%) è un costo vivo e quindi non recuperabile. Sarà inoltre possibile dedurre tutti i costi di produzione prima di definire l’utile della gestione, oltre che reimpiegare la parte di utili non distribuita, esente da tassazione, in ulteriori operazioni di investimento, con un evidente effetto moltiplicatore di ricchezza”.