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La rana, gli Agnelli e il Corriere della Sera
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Eccolo lì, il principio della rana bollita applicato dagli Agnelli tramite Sergio Marchionne prima alla casa automobilistica, già trasferita di fatto in Usa e quindi al Corriere della Sera - spolpato, gravato di debiti spagnoli, depredato degli immobili - nonchè al gruppo Rcs. Il problema non sono loro, che cinicamente fanno i loro interessi, come peraltro li hanno sempre fatti sin dalle origini e divenendo grandi con le forniture di guerra, ma siamo noi che non abbiamo fatto il diavolo a quattro per impedirlo. Noi italiani. Fosse successo in Francia... Noam Chomsky citava il principio della rana per spiegare il meccanismo per cui certi popoli subiscono passivamente il degrado e le crescenti vessazioni sino alla totale deriva... La parabola racconta di una rana che nuota tranquilla in un pentolone pieno d'acqua fredda, sotto il quale viene accesa al minimo una fiamma. L'acqua diventa tiepida e la rana la trova gradevole. La temperatura sale gradualmente. L'acqua ora è calda, un po' più di quanto la rana non apprezzi, ma, lei si dice, passerà. Poi l'acqua diventa davvero troppo calda, e la rana la trova davvero sgradevole. Ma il calore l'ha indebolita e le manca la forza di reagire. Sopporta e spera. Però la temperatura sale ancora e così la rana finisce bollita. Ma, dice Chomsky, se l'acqua fosse stata sin da subito bollente, la rana non ci si sarebbe mai immersa o, se ci fosse caduta, avrebbe usato tutte le sue forze per saltare e salvarsi. Così è. Ed ora? Scriveva con ragione e a botta calda il nostro Andrea Leone: "Leggo la scelta della famiglia Agnelli di liberarsi della Stampa e del Corriere non certo come una razionalizzazione: è semplicemente l’ultimo, coerente gesto con cui una dinastia industriale connaturata al nostro Paese (Fabbrica ITALIANA automobili TORINO) rompe definitivamente il cordone ombelicale e scommette contro l’Italia. Certo, i nuovi assetti porteranno posti di lavoro giornalistico in meno, ma è tutto il nostro sistema paese che ne subirà il contraccolpo". A sua volta il Comitato di redazione commenta amaramente, con un comunicato pubblicato sul Corriere della Sera, proprio mentre si festeggiano i 140 anni della testata: "Non sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Il Comitato di redazione del Corriere della Sera esprime forte sconcerto e indignazione per la nota con la quale Fca ha annunciato il disimpegno da RcsMediagroup. E’ paradossale il riferimento “al senso di responsabilità” sbandierato da Fca che si vanta di aver “salvato in tre diverse occasioni” il gruppo Rcs assicurando “risorse finanziarie necessarie”. La verità è un’altra. E’ sotto gli occhi di tutti come in questi anni, in cui il gruppo torinese è stato al primo posto tra i nostri azionisti con un ruolo decisivo nella scelta del management, la società editrice del Corriere della Sera sia stata progressivamente e pesantemente impoverita con scelte industriali disastrose. Come gli investimenti in Spagna, che ancora pesano in maniera decisiva sui conti del gruppo, e con un supporto finanziario del tutto inadeguato. La società, invece di essere ricapitalizzata è stata spolpata con la dismissione degli immobili, compresa la sede storica di Via Solferino, e svuotata delle partecipazioni più rilevanti, come Rcs Libri. Tutte operazioni condotte dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, uomo Fiat, accompagnate da una dolorosa e drastica riduzione del personale poligrafico, amministrativo e giornalistico, che sta tuttora sopportando i sacrifici dell’ennesimo piano di crisi aziendale. Finita la stagione dei dividendi, ora che lo sfascio finanziario è compiuto, e che il Corriere è lanciato in un progetto editoriale coraggioso e senza precedenti, basato unicamente sullo sforzo della redazione, la famiglia Agnelli saluta e se ne va a rafforzare il principale concorrente del Corriere della Sera. Bel modo di fare. Come se la squadra degli ingegneri di una scuderia di Formula1 alla vigilia della prima gara di campionato passasse con le idee e i progetti elaborati alla guida del team rivale. Guardiamo avanti. Indipendentemente dall’assetto azionario di Rcs, la redazione del Corriere della Sera resta pronta a raccogliere le sfide del futuro nella consapevolezza del proprio ruolo di leader nel mercato dell’informazione".