Aggiornato al

La corsa suicida a pubblicare per primi. A prescindere


Nel 2011 un documentario girato nel 2010 vinse diversi premi e, si pensava, fece il punto sulla transizione da stampa a digitale. Front Page raccontava le scelte fatte nel 2009 dalla proprietà e dal management del New York Times. Allora la grande scelta era per il metered paywall, leggi tutto quello che vuoi ma dopo venti articoli non leggi più niente, a meno di pagare. Molti decisero di pagare perché venti articoli al mese, che credo poi siano scesi a dieci e poi a cinque, non gli bastavano. In questo modo il NYT ha avviato un processo commerciale che lo ha portato al sorpasso degli utenti paganti per il giornale digitale, mobile e smaterializzato sugli acquirenti del giornale cartaceo. Un po' più di un milione cartacei e un po più di un milione digitali, e recentemente il Washington Post, che è partito dopo, pare abbia effettuato il sorpasso. Da noi qualcosa arriva oggi, corsera e repubblespresstampaxix - o come si chiama la nuova concentrazione debenedettiana - stanno pensando a una piattaforma che possa imporre il modello economico loro per i contenuti giornalistici digitali. Ovvero vogliono adottare il metered pay wall e vedere che succede, tanto da noi arriva tutto dieci anni dopo rispetto agli Stati Uniti. Oggi in Italia la logica dell'informazione digitale è chiara: arriva prima degli altri e fai molto traffico. Quindi le agenzie di stampa e i quotidiani pubblicano subito qualsiasi notizia abbiano, gratis e a disposizione di tutti. Chi ha una rete di utenti fidelizzare e profilati, perfetti da vendere ai pubblicitari, seleziona il prodotto delle redazioni e lo veicola ai veri destinatari, che non necessariamente passeranno dai siti dei nostri editori. Quindi il sistema dell'editoria italiana sta buttando tutto ciò che produce, le perle, al niente commerciale, inteso come porci? Probabilmente si. Uno dei motivi principali di questa fesseria suicida collettiva delle imprese, che bisogna anche dire non hanno una idea sparata su cosa fare nel piccolo immediato futuro di domattina, è che sono convinte tutte, e pure convinti sono i manager, che la cosa fondamentale sia la velocità. Postare la notizia 23 secondi prima di televideo è una medaglia d'oro. E allora provate a leggere queste righe pubblicate oggi. Dove? Sul NYT. Giusto per capirci su quanto il timing della pubblicazione debba ancora essere subordinato a ben altro. http://publiceditor.blogs.nytimes.com/2016/03/15/new-york-times-anoymous-sources-policy-public-editor/?smprod=nytcore-ipad&smid=nytcore-ipad-share
       
    Il sito Archivio notizie

logo nuova informazione