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Intercettazioni, una battaglia di libertà


                                                     Qui di seguito la presa di posizione del Coordinamento dei consiglieri nazionali dell'Ordine aderenti a Autonomia e solidarietà e Giornalisti uniti sul disegno di legge del governo sulle intercettazioni. Il disegno di legge sulle intercettazioni verrà trasmesso all'Aula di Montecitorio con un parere della commissione Affari costituzionali che non individua alcun vizio di costituzionalità nonostante rappresenti, a giudizio del Consiglio superiore della magistratura, "un'evidente compressione dei valori riconducibili all'articolo 21 della Costituzione". Ovvero, un'evidente compressione della libertà di stampa. Il ddl, infatti, vieta la pubblicazione di atti e documenti di un procedimento penale anche se non sussiste più il segreto, fino alla conclusione delle indagini o fino al termine dell'udienza preliminare. In breve, il diritto di cronaca verrebbe sospeso per un lungo periodo e non vi sarebbe alcuna possibilità di controllo dell'azione giudiziaria da parte dell'opinione pubblica. Per di più, con l'emendamento presentato dalla "giornalista" Deborah Bergamini e sostenuto dal rappresentante del governo, viene introdotto il carcere da 1 a 3 anni per il giornalista che pubblichi intercettazioni. Infine, le pesanti pene pecuniarie previste per gli editori introducono una distorsione che porterebbe il padrone a sostituirsi al direttore nel decidere cosa pubblicare.     Condividiamo la nota congiunta diffusa dal presidente e dal segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca e Enzo Iacopino all'indomani dell'approvazione dell'emendamento Bergamini in commissione Giustizia di Montecitorio, nonché gli appelli congiunti rivolti dalla Fnsi e dalla Fieg al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Parlamento. Sosteniamo l'iniziativa promossa per il 24 febbraio dalla Fnsi insieme all'Ordine dei giornalisti, alla Fieg e all'Unione cronisti.     Riteniamo anche che l'assemblea del 24 febbraio dovrebbe essere l'avvio di un programma di iniziative di mobilitazione dell'opinione pubblica che duri nel tempo. Si dovrebbero prevedere incontri urgenti con tutti i gruppi parlamentari e una manifestazione nazionale davanti a Montecitorio nei giorni in cui l'Aula discuterà il ddl sulle intercettazioni.  Il programma di mobilitazione dovrebbe prevedere un'intensificazione dell'iniziativa di protesta per il periodo in cui l'esame del ddl si trasferirà al Senato.     Confidiamo che una massiccia mobilitazione dei giornalisti e dell'opinione pubblica possa conseguire dei risultati. Ma ove il Parlamento si dovesse mostrare impermeabile, l'iniziativa dovrebbe poi proseguire su altri terreni: il ricorso alla Corte costituzionale perché si pronunci su una legge che comprime la libertà di stampa; l'attivazione di un referendum abrogativo. Il coordinamento dei consiglieri nazionali dell'Ordine aderenti a Autonomia e solidarietà e Giornalisti uniti Gegia Celotti Francesco De Vito Beppe Errani Giancarlo Ghirra         
       
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