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Inpgi: i sette punti per cui ci batteremo
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Cosa intendiamo, concretamente, per solidità e solidarietà. 1. Far ripartire l’occupazione. Oltre agli sgravi contributivi già approvati (il 60% per tre anni a favore delle imprese che assumono giornalisti a tempo indeterminato) e gli incentivi per l’occupazione dei giovani fino a 35 anni, occorrono ulteriori interventi per rilanciare l’occupazione a fronte di un aumento senza precedenti del numero di colleghi disoccupati e precari. La tenuta dei conti dell’Istituto passa anzitutto dalla ripresa del mercato del lavoro. 2. Vigilare sugli stati di crisi. Purtroppo il peggio non sembra essere alle nostre spalle. Ancora numerose imprese editoriali si preparano a chiedere gli stati di crisi ed altre, che pure ne hanno già usufruito, si preparano a ripresentare la richiesta o l’hanno già ripresentata. Grazie al fondo di 20 milioni di euro stanziati dallo Stato e alimentato dagli editori, i costi dei prepensionamenti non gravano più sul bilancio dell’Istituto. Resta tuttavia da vigilare con attenzione affinché il ricorso agli stati di crisi e il relativo fondo vengano utilizzati per salvare le imprese effettivamente in difficoltà e non come una scorciatoia per tagliare il costo del lavoro. 3. Un welfare per tutti. La recente riforma varata dell’Inpgi, con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, pesa sulle spalle delle colleghe. E’ necessario che i risparmi ottenuti con tali misure siano innanzi tutto utilizzati per ampliare le tutele e il welfare delle giornaliste, spesso fortemente penalizzate nella loro vita lavorativa. Servono interventi che tengano conto del carico di lavoro familiare delle giornaliste che si aggiunge a quello professionale. La modifica del regolamento per i giornalisti iscritti alla gestione separata con contratto di collaborazione coordinata e continuativa rappresenta un deciso passo avanti nell’ampliamento delle tutele e dell’assistenza a favore dei colleghi meno garantiti. La cosiddetta “casta” dei giornalisti non esiste più: cresce sempre più l’area del precariato e del lavoro autonomo. E’ necessario perciò che il welfare dei giornalisti venga esteso a queste nuove fasce adeguando anche gli ammortizzatori sociali alle nuove necessità. 4. Difendere i pensionati. Sono inaccettabili le misure previste dal governo, che prevedono una penalizzazione a carico dei colleghi pensionati in caso di mancato rispetto dei nuovi parametri di equilibrio dei conti previdenziali. La riforma delle pensioni varata nei mesi scorsi dall’Inpgi è la prima e principale forma di tutela per i pensionati. Bisogna proseguire su questa strada difendendo il valore dei trattamenti pensionistici erogati dall’Istituto. La crisi colpisce soprattutto i colleghi più deboli e fra questi ci sono anzitutto molte giornaliste e giornalisti pensionati e molti colleghi prepensionati. 5. Cumulo tra la pensione e altri redditi. Il tetto dei 20 mila euro del cumulo tra la pensione di anzianità e altri redditi è frutto dello sforzo di cercare un punto di equilibrio tra le esigenze dei giornalisti pensionati (in particolare quelli con le pensioni più basse) e le aspettative dei giovani giornalisti. Di recente la Corte di Cassazione si è pronunciata invece a favore dell’abolizione del limite del cumulo, ma altri pronunciamenti della Corte sulla stessa materia sono attesi nei prossimi mesi e il futuro cda dell’Inpgi sarà chiamato ad affrontare di nuovo il tema. L’essenziale è vigilare che non si verifichino situazioni inaccettabili nelle redazioni dove giornalisti pensionati, in virtù di un contratto di collaborazione fittizio, continuano a svolgere attività di desk e coordinamento. Si tratta di situazioni ancora più intollerabili in una fase in cui è urgente far ripartire l’occupazione. 6. Lottare contro l’evasione contributiva. L’azione di vigilanza esercitata dall’Istituto in questi anni ha consentito il recupero di somme significative di contributi evasi dalle aziende editoriali in varie forme. Questo lavoro ispettivo va proseguito e rafforzato per contrastare l’evasione e l’elusione contributiva messe in atto sempre più spesso dagli editori ai danni dell’Inpgi e di tutti i giornalisti. 7. Attenzione alle esigenze degli inquilini giornalisti. Il patrimonio immobiliare dell’Inpgi (pari a circa un miliardo e 200 milioni di euro) va preservato e valorizzato. Allo stesso tempo occorre rispondere alle esigenze e alle richieste dei colleghi inquilini delle case dell’Inpgi con una particolare attenzione agli interventi di manutenzione negli alloggi. Ed è opportuno valutare la possibilità che i rappresentanti dei sindacati degli inquilini possano partecipare come osservatori alle riunioni della commissione assegnazione alloggi e affitto immobili e della commissione appalti. Sarà utile anche una verifica sulla possibilità di interventi di housing sociale a favore dei giornalisti meno abbienti.