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Il catalogo delle false recensioni


Se il "pezzo" diventa una merce come un'altra, non soltanto a peso o a fette come spesso già ora, ma una fiction cucinata nel sapore richiesto ovvero una minaccia di ricatto ovvero una lettera anonima camuffata, come ci potremo difendere? Noi, nel senso vasto di cittadini. Per questo devono far paura le convergenti ottusità di editori, che negano ai giornalisti autonomi dignità economica, e di legislatori che s'inventano di trasferire il giudizio deontologico nelle mani dei candidati trombati attribuendo poi la presidenza con criteri anagrafici. Scrive dunque Saverio... di Saverio Paffumi http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=26733  di questo ieri si parlava sul Corriere (pag. 1 e 22) e altri giornali. Impressionante il fatto che alcuni fornitori aggiungano come benefit agli alberghi loro clienti un pacchetto di recensioni false, ovviamente positive. O che altri minaccino pacchetti di recensioni, sempre false, negative. Basta fare mente locale per immaginare questa piccola industria dei falsi, con addetti alle false recensioni (giovani? malpagati? magari come attività collaterale/servizio aggiuntivo di un call center?; non lo so, bisognerebbe fare un'inchiesta). Perché questo è il grande limite del "siamo tutti recensori, critici, giornalisti" vantato dalla rete. Il giornalismo si salva e si può perfino riscattare solo se riesce a tenere fede alle sue prerogative (attendibilità, professionalità, qualità...) altrimenti, se diventa marchettaro e rifila pacchetti falsi "per altri versi", cedendo a logiche di marketing, o a pressioni e clientele di varia natura, è destinato ad essere miseramente fagocitato nel tempo. Anzi, in pochissimo tempo.
       
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