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Gonne al vento e riflessi pavloviani dei "creativi" Pd


Arieccoli. I "creativi" del Pd continuano ad inciampare nel doppiopesismo sessuale. Ultimo, il manifesto che annuncia l'apertura, oggi, della quarta festa democratica, già festa e prima ancora festival dell'Unità: "cambia il vento" è lo slogan. E che fa il vento? Solleva la gonna d'una fanciulla. Poi, per "par condicio", la cravatta d'un uomo. S'è scatenata una discussione nella nostra lista, con commenti e ragionamenti da parte delle colleghe, provocate anche da una risposta "che male c'è?" d'un collega maschio. Intanto un gruppo di donne, l'associazione romana Corrente Rosa, ha scritto alla presidente del Pd, Rosy Bindi, chiedendole di esprimersi. Qui in coda il testo. Ma la domanda vera è: come mai i nostri democratici e progressisti colleghi, pur al fianco di tutte le battaglie delle donne sulla rappresentanza, sulla conciliazione, sulla pariteticità, poi inciampano sullo stereotipo quando l'argomento è invece l'immagine della donna? E' un problema che va al di là della cultura maschile e coinvolge invece i codici interpretativi della cultura italiana, l'immaginario italico. Un vizio profondo, che non a caso ha intaccato anche molte donne che partecipano della cultura dominante.  Per anni, andando all'estero e parlando non con i taxisti, pur rispettabilissimi, ma con colleghi giornalisti e sindacalisti mi son sentita chiedere, con sincera perplessità: ma perchè le vostre pubblicità e le vostre televisioni sono piene di donne "inutilmente" nude e/o ammiccanti? Eppure i nostri amici e compagni sono riusciti a superare altri stereotipi. Mai più li sentirai parlare di "negri", "checche" o "giudei". Invece trovano normalissimo che un trattore sia pubblicizzato da una discinta fanciulla sul predellino. Al massimo convegono che sia un po' eccessiva la pubblicità d' una mozzarella promossa da un paio di tette fuori misura o un profumo illustrato da quattro ragazzotti che tengono ferma con loschi intenti una ragazzina (tutti esempi reali). O si esce da quest'ossessione, che è qualcosa più d'uno stereotipo, oppure continueremo a no capirci. E fare danni. Marina Questa la lettera inviata da Corrente rosa alla Bindi:   Gentile Presidente, la nostra associazione Corrente Rosa, apolitica, che difende i diritti delle donne e la parità tra i sessi dal 2006, ha trovato di scarsissimo gusto il manifesto d'invito alla Festa dell'Unità del 23 giugno rappresentata dalla parte inferiore del corpo di una donna che tenta di nascondere le gambe tenendo con le mani una corta gonna rossa sollevata dal vento. La versione al maschile del manifesto è rappresentata invece dallo stereotipo dell'uomo professionista che lavora, mostrando la parte superiore del corpo, la cui cravatta è sollevata dal vento.  Consideriamo, come moltissime donne che si stanno in queste ore sollevando dall'indignazione, che la rappresentazione parziale e svestita del corpo di una donna lede la nostra dignità, ci riduce al rango di oggetto e non ci consente di costruire la nostra identità professionale e ancora meno politica. Inoltre, a nostro parere questo non pone un esempio positivo per le giovani donne che si stanno affacciando sul mercato del lavoro. Lo slogan "CAMBIA IL VENTO" abbinato a questa immagine è in evidente contraddizione. Nessun vento sta cambiando Presidente, c'è sempre lo stesso scirocco soffocante del maschilismo di basso livello, che con questa ulteriore azione dimostra la sua assenza completa di considerazione per le tematiche di genere. Le tematiche di genere riguardano tutti in quanto dimostrano il livello di civiltà di un paese. Ci rincresce pensare cara Presidente che proprio Lei, ha preso con coraggio e grande eleganza la nostra difesa nei confronti del Presidente del Consiglio, quando gli rispose: "Presidente, non sono una donna a Sua disposizione". Questo ci aveva fatto sperare che il principale partito dell'opposizione avrebbe preso delle misure per contrastare la rappresentazione mediatica e mercificata della donna assunta dal PDL. Capiamo invece che anche il PD per attirare il cittadino (uomo) ad una festa, deve utilizzare una parte del corpo della donna. Noi cittadine, ci sentiamo insultate e non coinvolte in questa campagna e boicotteremo la Festa dell'Unità se il manifesto di cui alla presente lettera non sarà immediatamente tolto. Inoltre le chiediamo che il PD vigili alla rappresentazione delle donne nelle sue campagne pubblicitarie suggerendo che ci sia un comitato paritario composto di donne e uomini che le approvi. In attesa di una Sua cortese e inequivoca risposta, distinti saluti.
       
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