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Un'emergenza che non finisce mai...


Il Consiglio nazionale Fnsi, votando ieri un documento sull'emergenza democratica (con 71 voti a favore e due, ahimè, contrari) ha attivato una salutare discussione nella lista di Nuova Informazione. Su quanto siano permanenti, in Italia, le emergenze... Segnaliamo l'intervento di Paolo Pozzi e, a seguire, proponiamo il testo del comunicato Fnsi.  di Paolo Pozzi   Cari colleghi, a leggere i verbali delle intercettazioni sulla P4 viene da ricostruire un recente passato del mondo dell’informazione da brivido. O forse largamente prevedibile. E fornisce un’ulteriore prova, se ancora ce n’era bisogno, di un fatto che vado segnalando da tempo.  E cioè che in Italia oltre alla efficientissima ‘macchina del fango’ esiste anche una ‘macchina del falso’ altrettanto ben collaudata e di più lunga data. Permettetemi allora di condividere con voi alcuni appunti sparsi. Il signor Bisignani, si sa, è lo stesso che compare negli elenchi della P2 venuta a galla e resa pubblica nel lontano maggio 1981. Questo signore quindi ha agito e ha continuato a tramare indisturbato per 30 lunghi anni. La macchina del falso è tornata in auge in epoca recente in modo prepotente e sistematico. Voglio citare solo alcuni esempi che impongono però, ormai, una riflessione seria e non più rinviabile a tutta la categoria, sindacato compreso. L’ultimo episodio è stato quello della signora che ha denunciato una falsa aggressione ai suoi danni da parte di ipotetici sostenitori dell’ex candidato sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. La cui rivoluzione gentile e la cui esperienza non gli ha impedito di usmare subito l’odor di falso e di presentare a sua volta una controdenuncia. Ma questa è roba da campagna elettorale. La cronaca quotidiana registra invece (lo ricordiamo ancora tutti) quell’incredibile e surreale finta sparatoria, ovvero finto attentato, nei confronti di Maurizio Belpietro archiviato dagli stessi giudici come palese falso e un precedente annuncio di attentato (poi rivelatosi totalmente inventato) a Fini nel caso in cui non avesse votato la fiducia a Berlusconi nel dicembre 2010. Lo stesso caso simbolo della macchina del fango che aveva trascinato all’inferno l’ex direttore dell’Avvenire, Dino Boffo, sarebbe frutto di un documento falso. Feltri ha continuato a ripetere in tutte le salse che aveva ricevuto il documento chiave da una fonte attendibile. C’è anche da credere a Feltri quando dice che la sua fonte era attendibile ma ciò non esclude che la sua fonte attendibile gli abbia fornito, in realtà, un documento falso. Come si può notare la storia recentissima del nostro beneamato giornalismo è piena zeppa di questi strani incidenti, di documenti falsi, di notizie false e, nella migliore delle ipotesi, di mancate verifiche. Troppi casi, direi. A distanza così ravvicinata. Tutti, o quasi (chissà come mai) sugli stessi giornali. Ma la macchina del falso, in realtà, aveva già mosso i suoi primi passi, in epoca non sospetta, una ventina d’anni fa, con una collega e con un giornale di sinistra. Qualcuno ricorda la drammatica vicenda di Marina Maresca?Lei, giornalista dell’Unità e totalmente in buona fede, incastrata da un documento falso costruito ad hoc e passato ad hoc nelle sue mani da un agente dei servizi deviati. Solo alcuni esempi? Verrebbe da dire che le prove generali sono state fatte a sinistra e, una volta collaudata, la macchina s’è messa a correre, come fosse in Formula 1, a destra. Bipartisan!  Comunicato del Consiglio Nazionale Fnsi del 22 giugno: “Il Consiglio Nazionale della Stampa Italiana denuncia come la vicenda P4-Bisignani rappresenti una vera emergenza democratica il cui epicentro è il mondo dell’informazione. Dalle vicende che hanno interessato la  Rai alla compravendita di testate e spazi pubblicitari, il grande burattinaio tentava di manovrare nell’ombra con lo scopo di favorire imprenditori e politici amici. Trame che puntavano al controllo del sistema dei media per attuare il quale si volevano colpire in particolare quei giornalisti che non si arrendevano al pensiero unico e mettevano davanti a tutto l’interesse del cittadino a essere informato. Da Michele Santoro a Lirio Abbate (al quale qualcuno avrebbe dovuto “accorciare i pezzi”, come si legge in una intercettazione), a Milena Gabanelli e tanti altri. Di fronte a questo, il Consiglio Nazionale impegna la Fnsi a proseguire l’iniziativa di tutela e mobilitazione convocando intorno a un tavolo i soggetti disponibili, a cominciare da quanti hanno dato vita alla grande manifestazione del 3 ottobre 2009 a difesa della libertà di informazione e del diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Occorre impedire, anche attraverso strumenti legislativi, che servizi segreti deviati  e logge massoniche segrete inquinino l’informazione di questo Paese; è arrivato il momento di voltare definitivamente pagina. A questo scopo si ipotizzano iniziative straordinarie,  anche con la convocazione del  Consiglio Nazionale, aperte alle forze sane politiche, sociali e culturali, dai partiti alle associazioni e ai movimenti, per discutere e attuare tutti i progetti possibili a tutela di un valore fondante della democrazia”.
       
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