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Filippo Azimonti se n'è andato in punta di piedi


filippoFilippo Azimonti, il nostro collega e mio amico e compagno (di scuola, dalla seconda media in poi; poi di lotte studentesche, politiche, anche sindacali; e di lavoro, dai lunghi anni di Repubblica alla nostra recentissima impresa di Cultweek), se n'è andato stanotte al Policlinico di Milano in seguito a una serie di problemi gravi di salute riassumibili nella formula medica shock settico. Filippo era un uomo intelligente, colto, che sapeva interessarsi, a volte anche entusiasmarsi delle situazioni, delle imprese in cui si buttava, che lavorava per passione prima di tutto, e che non ha mai perso, nemmeno in questi ultimi, disgraziati giorni, intubato in un letto d'ospedale, la mano benefica dell'ironia e del senso critico. Se n'è andato, credo, senza soffrire troppo, si dice così anche per rassicurare noi stessi, come se questo un po' compensasse una mancanza, abbastanza improvvisa anche. Ma non è così, naturalmente. Per dovere di cronaca aggiungo che i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, ma stiamo attivandoci per organizzare in tempi rapidi, per chi vorrà esserci, un momento collettivo in cui ricordarlo, in cui parlarne come piacerebbe a lui, con affetto, intelligenza, partecipazione, anche humour. Un abbraccio a lui e a voi, a noi tutti, Gabriele Porro
       
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