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Fatta la pace riprendiamoci il circolo


di Saverio Paffumi

La vicenda del Circolo contiene aspetti tecnico-legali che sono sicuramente più interessanti per studenti di legge e giovani avvocati che per chi bada ai contenuti e alla sostanza. Non intendo entrarci, ma è quasi comico ad esempio ricordare che, a un certo punto, secondo la tesi di uno dei contendenti, facile immaginare quale, i giornalisti non risultavano più soci del Circolo della Stampa, in quanto non avevano versato una certa quota sociale prevista dall'antico statuto, peraltro mai versata in base ad una consuetudine palese ed acquisita. Soci sono, infatti, sempre stati considerati, automaticamente, tutti gli iscritti all'ALG, il cui direttivo nomina il presidente del Circolo, lo conferma o lo sostituisce alla fine del mandato. A Giuseppe Gallizzi la regola è andata benissimo finché è stato eletto e confermato, per tre volte, alla guida del Circolo. Quando il direttivo dell'ALG, sia pure ringraziandolo per il lavoro svolto, ha deciso di sostituirlo, la regola non è andata più bene: Gallizzi non ha gradito ­ e questo è legittimo! ­ Ma ha anche iniziato una vera e propria battaglia fra il legale e l'amministrativo, per opporsi alla decisione e rimanere sulla poltrona, nell'elegante ufficio di corso Venezia. Al di là dei complicatissimi cavilli, quel che è successo è molto semplice: incurante di un voto largamente maggioritario che lo voleva sostituito, l'ex Presidente ha cercato con ogni mezzo legale, o presunto tale (su alcuni passaggi vi sono ragionevoli dubbi), di rimanere in carica ugualmente. Un risultato negativo lo ha ottenuto: il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, il nuovo Presidente nominato dal Direttivo dell'ALG, dopo qualche settimana ha ritirato la sua disponibilità ed è stato necessario procedere, fra mille prudenze legali e pagando fior di contro-consulenze, alla nomina di una presidenza e un direttivo nuovi che hanno il compito di resettare la situazione, in modo tale che il Circolo possa affrontare il suo difficile momento (lo sfratto che incombe, una forte crisi di identità) con una leadership non soltanto all'altezza, ma altamente rappresentativa della categoria. Questo è soltanto un brevissimo lacunoso riassunto ed è già insopportabilmente lungo. La domanda vera è, ma vale la pena di scervellarsi per il Circolo? Dipende da cosa è, o potrebbe essere. Non ne vale la pena se è soltanto una SRL che affitta le sale e il servizio di ristorazione (come in effetti, per una parte, è). Ne vale la pena se riesce a riappropriarsi del ruolo di rappresentanza, di promozione culturale, di "motore di ricerca" per quanto riguarda il dibattito, il confronto sui temi che più interessano la categoria e, inevitabilmente, la società. L'assemblea del 19 dicembre di tutti i soci del Circolo (non i seimila aventi diritto, per carità, i circa cento che sono intervenuti), sembra avere sancito un cessate il fuoco, o un armistizio importante. L'ex presidente accetta di lasciare il campo e auspica, meglio tardi che mai, un ritorno ad una gestione unitaria o perlomeno serena. Al di là della speranza che Paolo Mieli possa tornare ad accettare la presidenza una volta ripulito il contesto, l'interesse di Nuova Informazione nella gestione provvisoria (col sottoscritto nel direttivo presieduto da Giovanni Negri), è proprio nel rilancio di un'istituzione che molto ha fatto in passato e soprattutto molto potrebbe fare in futuro: dare alla categoria prima di tutto una sede ideale per la riflessione e l'elaborazione politico-sindacale, diventare un naturale punto di incontro per la parte crescente di giornalisti che lavorano in proprio e non hanno una redazione (freelance, precari, disoccupati), offrire momenti di intrattenimento di qualità e di arricchimento culturale nei vari campi della letteratura, della musica, dell'arte. Che sono poi le ragioni per cui il Circolo nacque nel 49, dopo la guerra e la caduta del fascismo, con un'attenzione particolarissima a ciò che ci sta più a cuore anche oggi: la libertà di stampa, nel suo significato più ampio, pieno e sostanziale.
       
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