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Fare giornalismo in tempi di urne, massacri, fascismi


Va bene la linea politica della testata, va bene la scelta privilegiata delle notizie, ma anche al giornalismo schierato c'è un limite. O no? Possiamo parlarne? Era il pomeriggio dello scorso venerdì 2 febbraio quando nella lista di discussione di Nuova Informazione è arrivato il tosto contributo di Piero Pantucci che si può leggere più sotto, dal titolo inequivocabile "Giornalisti o cortigiani?". Poi, siccome al peggio non c'è mai limite, la cronaca ha offerto su un piatto d'argento altri pugni nello stomaco e relative occasioni di riflessione: l'atroce fine di Pamela a Macerata, la tentata strage dello sparatore fascista, il laido che ne profitta sessualmente, l'accoltellamento a morte di Jessica a Milano, le relative dichiarazioni dei politici e le manifestazioni di piazza. E quel che s'è letto e sentito in proposito ha addirittura messo in ombra lo scontro preelettorale sulla "qualità" dei candidati. Resta allora e ancor più da rispondere alla domanda: ma questo è giornalismo? Segnalo in proposito una riflessione di Roberta Serdoz per il sito di GiuliaGiornaliste: 2019157.html">http://giulia.globalist.it/attualita/articolo/2018/02/08/le-parole-sono-pietre-2019157.html Quindi ecco infine il promesso contributo di Piero Pantucci: Come è penoso guadagnarsi da vivere leccando i piedi al padrone. Il Giornale, che per anni ha avuto un solo nemico, il pd, sul quale ha scritto e inventato di tutto, da qualche settimana si concentra quasi esclusivamente in una guerra contro i grillini. Vogliamo ricordare che è stato grazie ai voti dei grillini che la destra ha ottenuto il governo di molte amministrazioni locali e che tutti i sindaci grillini sono stati eletti grazie all’apporto - dichiarato e decisivo - della destra? Diamo un’occhiata all’attuale prima pagina del Giornale online. Il titolo principale è: Di Maio ci è già costato 402.000 euro di scontrini. Seguono: Candidato M5S amico di Spada nella casa popolare a 7,75 euro La Lorenzin alla Raggi: sui vaccini sei fuori legge M5S, la cena blindata con Casaleggio e Di Maio M5S, scatta la macchina del fango: "Cercate nefandezze sui rivali” Dibba arruola gli spioni: “Date mazzette a politici e poi venite a dircelo” “Reddito di cittadinanza è incentivo a licenziare” Nella Casaleggiocrazia il voto non è segreto. Per trovare il primo titolo non dedicato ai grillini bisogna scendere al nono posto, oltre metà pagina: I cristiani sono nel mirino, ma il Cairo argina i jihadisti. Tre osservazioni: - La prima pagina di un giornale non è una costruzione casuale; rappresenta la gerarchia delle notizie di attualità. Per il Giornale di Sallusti (il diffamatore graziato da Napolitano anche grazie alla sciocca, vergognosa difesa corporativa di cui fu beneficiario) non c’è altro in Italia e nel mondo che le malefatte dei grillini. - Nessun giornale è esente da “inclinazioni” politiche. Ma nessun giornale come il Giornale rinuncia sistematicamente ad una sia pur formale veste informativa per agire da strumento (clava) al servizio esclusivo di un padrone. E’ per questo genere di giornalismo che occorre battersi? Chi ritiene che lo schierarsi politicamente faccia totalmente premio sui doveri di una informazione corretta, compie una scelta legittima. Ma che cosa c’entra il giornalismo? - Dei grillini si può solo dire che hanno lodevolmente svolto il compito di anticamera al ritorno della destra. A me sembrava chiaro fin dall’inizio che, a parte la loro inconsistenza, il loro posizionamento avrebbe indebolito il centrosinistra (in qualunque versione, anche in quella bonaria di Bersani) e consentito alla destra di riprendere fiato. Purtroppo molti a sinistra non l’hanno capito, e continuano a non capirlo, e li hanno vezzeggiati e persino votati. Ora che la partita si gioca soprattutto nei collegi del sud e che non c’è un secondo turno, i grillini forse capiranno la lezione. Ma sarà tardi.
       
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