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Ddl Sallusti, Fieg-Fnsi al Parlamento: ritirate la legge
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(ANSA) - ROMA, 25 NOV - Il Parlamento ritiri il ddl sulla diffamazione: è l’”appello estremo” lanciato da editori e giornalisti contro il testo, nato per evitare il carcere al direttore del Giornale Alessandro Sallusti. E’ “una pessima legge che introduce norme assurde: le ragioni della protesta e la richiesta di ritiro sono condivise da Fieg e Fnsi”, recita l’appello, che sarà pubblicato domani. Giornata decisiva, visto che il Senato riprende l’esame del testo e scadono i 30 giorni di sospensione della pena a 14 mesi di reclusione per Sallusti. Se Pd e Idv sono favorevoli al ritiro, il Pdl con il relatore Filippo Berselli difende la legge. E il ministro della Giustizia Paola Severino non ritiene “così impossibile da realizzare” una mediazione che preveda sanzioni solo pecuniarie per il giornalisti e il potenziamento dell’obbligo di rettifica. Il disegno di legge, sottolineano Fieg e Fnsi, introduce “limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate e inique a carico dei giornalisti con condizionamenti sull’attività delle libere imprese editoriali, senza peraltro che siano introdotte regole efficaci di riparazione della dignità delle persone per eventuali errori o scorrettezze dell’informazione”. Il testo, insistono editori e giornalisti, “non riesce a bilanciare il diritto dei cittadini all’onorabilità e il diritto-dovere dell’informazione a cercare e proporre, con lealtà, verità di interesse pubblico, come viene chiesto al giornalista professionale. Le norme proposte, inoltre, come ha rilevato il Governo - che ha espresso parere tecnico contrario - sollevano dubbi di incostituzionalità e di incoerenza con l’articolo 110 del Codice Penale, nonché con l’articolo 57 relativo ai reati a mezzo stampa”. Passata la norma ’salva-direttori’ - che prevede la multa (da 5 mila a 50 mila euro) per il direttore ‘che abbia partecipato alla commissione del reato’, mentre resta il carcere fino a un anno per il giornalista - con il ’si’ di Pdl, Lega, e Coesione Nazionale, domani si riparte in Aula con il voto sull’articolo 1 nel suo complesso. Il Pd, che ha chiesto lo scrutinio segreto, si dice favorevole ad accantonare il testo, divenuto “un obbrobrio. A questo punto non rimane che battersi per il ritiro del provvedimento. Ovviamente, se non accadrà, faremo di tutto per farlo cadere con il voto”, sottolinea Vincenzo Vita. Auspicio condiviso da Sandra Zampa e dal capogruppo Idv Felice Belisario: “Il provvedimento sulla diffamazione è ormai un testo Frankenstein che va immediatamente ritirato”. Il relatore Filippo Berselli del Pdl è convinto invece che il testo rappresenti “una normativa migliore di quella in vigore”: in particolare, ribadisce, il ddl prevede la reclusione (fino a un anno) come sanzione alternativa alla multa (e non più cumulativamente multa e reclusione da uno a sei anni) per la diffamazione a mezzo stampa con attribuzione di un fatto determinato. Insomma, conclude, “la protesta è frutto di disinformazione o di malafede”. (ANSA).