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Contratto, una marcia ad ostacoli


di Guido Besana corsa-a-ostacoliOggi si è aperto formalmente il negoziato per il rinnovo del contratto scaduto il 31 marzo. Una riunione decisamente breve; era convocata per le undici, ci siamo seduti alle undici e trenta e quando siamo usciti non era neanche l'ora di pranzo. La delegazione FIEG era quella delle grandi occasioni, e mi sa che certe persone non le vedremo più per il resto della trattativa. Giulio Anselmi, presidente FIEG in carica, mantiene per sè la delega sindacale, almeno per ora, e quindi con lui avremo a che fare dopo anni di trattative con Alberto Donati. Sarà una lunga marcia. La posizione della FNSI è quella emersa dalla riunione di Fiuggi con cdr, commissione contratto etc. Un documento abbastanza articolato, ma di certo non una tipica piattaforma di rinnovo contrattuale. L'approccio FIEG è di disponibilità a negoziare, ma con le premesse che Anselmi ha illustrato in apertura questa disponibilità pare molto limitata. In pratica la FIEG chiede di scorporare alcune questioni, sulle quali sembra avere obiettivi precisi: la revisione dell'accordo del '94 sull'ex fissa, la sostenibilità dei conti Inpgi e la revisione dei confini tra lavoratori subordinati e parasubordinati, temi che propone di esaminare su tre tavoli distinti mentre un quarto tavolo, proposto credo solo per una ragione estetica di coerenza metodologica, dovrebbe affrontare la revisione del contratto vera e propria, con attenzione ai nuovi sistemi organizzativi, alle nuove figure professionali e alla richiesta di introdurre ulteriore flessibilità e intervenire sugli automatismi. Parlando di questi temi Anselmi ha definito inimmaginabili eventuali aumenti retributivi. La nostra replica è stata un po' più articolata, per bocca del Segretario Siddi. Abbiamo accettato la proposta dei quattro tavoli, ma ponendo un limite temporale di un paio di mesi e ricordando che due anni fa nel rinnovo della parte economica avevamo istituito tre commissioni paritetiche che avrebbero dovuto affrontare il lavoro autonomo, le nuove figure contrattuali e la formazione permanente e che tranne la prima, che si è riunita credo tre volte senza risultati: la FIEG non ha nemmeno collaborato a insediarle. Abbiamo dichiarato che non vediamo ulteriori spazi di intervento sugli automatismi e che la questione degli aumenti retributivi è ineludibile. Sosteniamo che un intervento a sostegno dell'Inpgi è necessario, ma anche che senza gli effetti delle ristrutturazioni il fondo della ex fissa avrebbe retto bene ( per chi non lo sapesse chi chiede oggi la liquidazione del capitale deve affrontare una coda di attesa di quasi dieci anni ). Abbiamo chiesto con forza che si punti su innovazione, sviluppo e occupazione, anche attraverso un intervento congiunto sulla politica. Nei prossimi giorni capiremo se la controparte è davvero intenzionata ad affrontare i problemi o sta solo cercando di perdere tempo, per ora si può solo dire che all'interno della FIEG c'è una spinta forte verso l'abbandono della contrattazione collettiva e che solo una parte degli editori considera necessario e utile fare accordi.
       
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