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Cara/o deputata/o, ridacci i nostri 4 miliardi


Domani o più probabilmente dopodomani la Commissione bilancio della Camera discute l'unico emendamento che molte associazioni di donne e molti di noi di Nuova Informazione (e la stessa N.I. come componente) hanno presentato per far sì che almeno una parte dei 4 miliardi ottenuto dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne vada in favore di politiche per il lavoro delle donne, per la conciliazione lavoro/famiglia, per una politica dei tempi. Sperando che nel frattempo il referendum abbia dato l'effetto positivo (sì; nove volte sì a Milano, quattro volte sì nel resto del Paese) desiderato, in tante abbiamo bombardato le email dei deputati per far sentire loro la nostra attenzione. Diciamo, con altre parole, il nostro fiato sul collo. Per le/i ritardatarie/i questa è la lettera standard, personalizzabile per le/i deputate/i che conosciamo: Onorevole deputata/o, nei prossimi giorni la commissione Bilancio di cui lei fa parte discuterà l'emendamento 2.03 al decreto Sviluppo , che stanzia 100 milioni annui per il 2012, 2013,2014 per coprire crediti di imposta per le aziende che assumono donne. Questo emendamento nasce da un appello proposto da più di 80 associazioni e sottoscritto da più di mille persone. Non solo, i fondi (4 miliardi in 5 anni, 1136 nel triennio 2012-2014) provengono dai risparmi derivati dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, che venivano destinati da una legge approvata dal Governo (Art. 22-ter, commi 1 e 3, del decreto legge 78/2009, convertito dalla legge n. 102/2009, così come modificato dal decreto legge 78/2010 convertito dalla legge n. 122/2010)  per interventi dedicati a politiche sociali e familiari con particolare attenzione alla non autosufficienza e all'esigenza di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare delle lavoratrici. La invitiamo caldamente ad approvare questo emendamento visto che già i fondi del 2010 (120 milioni) e del 2011 (242 milioni) sono stati sottratti  per misure che nulla hanno a che vedere con tali finalità Si parla sempre della vitale importanza di stimolare l'occupazione femminile e di dare supporto alla conciliazioone e sarebbe imperdonabile che neanche questi fondi ,risparmiati dalle pensioni delle donne, non fossere reinvestiti per le donne. Il tema è molto sentito e ci impegnamo a dare massima visibilità in rete alle vostre votazioni in Commissione. Cordiali saluti,   ........  ...... (giornalista)
       
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