Aggiornato al

Quorum santo subito


Anche questa vittoria l'abbiam messa in cascina. E vale più di tutte, perchè il successo del referendum è una vittoria del buon senso, della concretezza, dell'ambizione di una degna qualità di vita. Mi permetto di parlare in prima persona, per cercare di raccontarne il perchè secondo la scansione di tre momenti lungo una settimana (e tre luoghi: la grande città del nord, il non luogo televisivo, il piccolo villaggio del sud) . Dapprima ero a Milano dove al teatro Elfo Puccini avevano fra gli altri parlato, in favore dei referendum, in particolare quelli sull’acqua, due donne che avevano già combattuto e vinto un’analoga battaglia a casa loro: la francese Anne Le Stratt,  vicesindaca di Parigi e capofila della lotta (vinta) per riportare in mani pubbliche l’acqua parigina (ora presidente di Eaux de Paris) e la tedesca Heidi Kosche che aveva promosso e portato al successo un referendum per ripubblicizzare l’acqua di Berlino. Pochi giorni dopo, domenica, nella prima giornata di votazione, un’altra donna, Milena Gabanelli, ha lanciato su Report un servizio televisivo sulla finanziarizzazione che illustra in maniera esemplare le conseguenze drammatiche, per le popolazioni coinvolte, della privatizzazione di risorse o servizi primari. Ora, la sera della stracciante vittoria, sono in un paesino molto piccolo, molto lontano e molto memore di cosa significhi l’arsura - quando le donne dovevano riempire pesanti terrecotte all’unica fontanella pubblica e solo in certi orari – che ha detto sì all’acqua di tutti con quasi il 98%. Sarà pur stato un voto trasversale, per genere, per status, per generazione, oltre che politicamente. E questo è bellissimo. Ma la radice del successo è stata soprattutto femminile, sia nella pratica dei banchetti di raccolta delle firme, sia nel legame simbolico tra l’acqua e la nascita.
       
    Il sito Archivio notizie

logo nuova informazione