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Banditi di stato
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I "banditi di stato", un' informazione stravolta, l'assalto alle regole che mette tutti in pericolo - mica soltanto la professione -, infine un richiamo all'ordine (con la maiuscola...). La sua riflessione Piero Pantucci voleva lasciarla sottotraccia, per non interferire, dice, con l'angosciante attualità dell'implosione di aziende editoriali che lasciano un numero impressionante di colleghi senza lavoro o senza prospettive. Ma non interferisce, anzi piuttosto aiuta. Perché all'origine del "delitto" processato c'è un'azienda editoriale. Perché la strategia di questo ricchissimo e spregiudicato padrone di cose e persone ha l'obiettivo epocale di ridisegnare le regole democratiche ed i rapporti fra i poteri in Italia. Perché la stessa nostra professione sta naufragando tra fonti inquinate e uso squadristico della stampa. Per cui: leggete. (P. P.) - Il 9 luglio la notizia del giorno è stata la decisione della Cassazione di fissare l’udienza per il processo Mediaset il 30 luglio. Col dichiarato obiettivo di evitare che il processo fosse prescritto. Berlusconi – che di prescrizioni è sin qui campato – si è legittimamente sentito leso in suo buon diritto e ha scatenato l’offensiva. Contestata purtroppo dall'avvocato Franco Coppi, che si è impiccato a un memorabile “esterrefatto”, aggiungendo che si trattava di un evento senza precedenti. Ed è proprio su questo “senza precedenti” che si è arrivati alla sollevazione di parte del parlamento (l’altra parte osservava imbarazzata) contro la magistratura: pur di condannare Berlusconi, la Cassazione fissa l’udienza in periodo estivo (la sezione feriale), così da evitare la meritata e attesa prescrizione! Ad aggravare l’affronto, la Corte d’Appello di Milano, nell’inviare gli atti alla Cassazione, allegava una nota con l’indicazione dei previsti tempi di prescrizione. Come dire: “Non dategli tregua, colpite senza pietà", seconda la consumata foia delle toghe rosse. Sono passati quattro giorni e stamattina apprendo dal Sole 24 ore – che ha effettuato una meritoria ricerca giornalistica – che tutte le sentenze di appello debbono essere accompagnate da una nota che indica la probabile decorrenza della prescrizione, se questa è imminente. Quindi nessuna stranezza persecutoria da parte dei giudici di Milano. Ma soprattutto che oltre il 40% dei ricorsi in Cassazione vengono trattati nel periodo estivo. Quindi nessuna trattamento speciale per Berlusconi, ma la semplice applicazione della legge, così come ironicamente rivendicava Alfano (cioè del ministro che ha consentito la consegna al dittatore del Kazakistan della moglie e della figlia di un dissidente). La notizia del giorno 13 avrà lo stesso clamore (sarò buono: mi accontenterei di un decimo) che ha avuto la notizia del giorno 9, con relativa coda di scossoni istituzionali e delle cosiddette “fibrillazioni” planetarie? Lo riconosco: la domanda è un po’ cretina. I parlamentari di Berlusconi sono notoriamente digiuni di conoscenze giuridiche: fra di loro si chiamano “Necessità”, perché “necessità non conosce legge” (è la scuola anomica di Arcore). Questa ignoranza della legge (e la frusta del padrone) li ha portati a proclamare uno sciopero contro la magistratura (di uno sciopero contro un potere dello Stato si è trattato, non facciamo i bambini), al quale purtroppo si è associato anche il pd. Per sole tre ore, si dirà. Ma anche tre minuti sarebbero stati eccessivi per un atto eversivo di questa portata. Tutto questo ha avuto un clamore senza precedenti. Mentre i fantaccini di Berlusconi si scatenavano in un orgia di scemenze (Bondi: “Un vero e proprio disegno finalizzato a condannare e ad eliminare il Presidente Berlusconi dalla vita politica”, Santanchè: “Cosa aspettiamo a passare all’azione?”, etc.) la cosiddetta stampa berlusconiana passava il segno. Il Giornale, diretto dal sedicente giornalista (e acclarato diffamatore) Sallusti, titolava: “Banditi di Stato”. I banditi di Stato sarebbero i parrucconi conservatori di Santacroce che, se li lasciano lavorare in pace, non fanno fatica a cogliere, fra le decine di eccezioni procedurali sollevate dalla difesa, quella che formalmente consenta loro di annullare la sentenza o (probabilmente) di rispedirla in appello. Banditi di Stato. Non si è passato il segno? L’Ordine dei giornalisti, di cui il diffamatore fa vergognosamente parte, ha materia per intervenire e consentire a Sallusti di fare un’altra volta il martire a costo zero? Piero Pantucci