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Arrestati e prosciolti: la notizia va aggiornata nell'archivio web. La Cassazione riconosce il 'diritto all'oblio'
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Basta gogne mediatiche su internet. Chi subisce un danno alla propria immagine sociale per la presenza in Rete di una vecchia notizia che lo descrive in una circostanza pregiudizievole, come l’arresto effettuato da parte delle forze dell`ordine, ha il diritto al “sequel”: è infatti necessario aggiornare il racconto dei fatti, dando conto dell`intervenuto proscioglimento dell`indagato dell`epoca. E la pretesa del cittadino può arrivare fino alla cancellazione dall`archivio online per evitare che il suo nome possa essere trovato dai comuni motori di ricerca e associato a una storia ormai risalente ma ancora fonte di discredito. È un passo significativo verso il diritto all`oblio, quello compiuto dalla sentenza 5525/12, pubblicata il 5 aprile dalla terza sezione civile della Cassazione e riportata dal sito Cassazione.net. E’ stato accolto, infatti, contro le conclusioni del pm, il ricorso di un politico locale (ex esponente del Psi, arrestato nel ’93 per corruzione) coinvolto in Tangentopoli, poi scagionato dopo l’arresto avvenuto quasi vent`anni orsono. L`interessato aveva chiesto inutilmente al Garante privacy (che aveva respinto l’istanza) il blocco dei suoi dati personali nell`articolo che dava conto del provvedimento cautelare ancora presente nell`archivio online di un quotidiano nazionale (il Corriere.it). Il giudice del merito osserva che effettuando una ricerca in rete con i principali motori di ricerca si riesce a ricostruire l`esito della vicenda giudiziaria, favorevole all`ex amministratore locale. Ma è quella specifica notizia, che pure all`epoca era vera, che l`interessato pretende di aggiornare e contestualizzare. E ne ha diritto, perché l`assessore coinvolto in un filone minore di Mani pulite non può portare a vita “lo stigma” dell`arresto dopo essere stato mandato esente da pena. A provvedere, poi, non può essere chiamato il motore di ricerca ma il sito-sorgente che ha messo in rete la notizia: al cittadino infatti, deve essere riconosciuto un diritto di controllo dei suoi dati personali che riguardano la sua reputazione. Le notizie pubblicate - in particolare quelle di cronaca giudiziaria - sugli archivi di testate giornalistiche consultabili sul web, attraverso motori di ricerca, devono essere sempre aggiornate, per rispettare il trattamento dei dati personali del soggetto coinvolto, e per salvaguardare il diritto dell’utente di avere una corretta informazione.