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Anche Anna Bandettini si è dimessa


anna-bandettiniSi è dimessa anche Anna Bandettini da consigliera nazionale dell'Ordine. Era stata eletta qui a Milano. Anche Anna, come Carlo Bonini, lavora a Repubblica, dove aveva iniziato la professione subito dopo la laurea in Statale (dapprima nelle pagine milanesi, poi al Corriere d'Informazione, quindi di nuovo a Repubblica: pendolare su Roma da quando è divenuta vicecaporedattrice Spettacoli). È stata tra le fondatrici di “Giulia”. Ecco la lettera, con un forte richiamo alla deontologia calpestata: Spet.le Presidente Enzo Iacopino, per Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti e p.c. Consiglio regionale Ordine Giornalisti Lombardia Questa mia per comunicare che in data odierna rassegno le dimissioni dalla carica di consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Ritengo che le dimissioni dei colleghi Carlo Bonini e Pietro Suber di ieri abbiano infatti sollevato questioni e problematiche all'interno di questo Consiglio che non si conciliano più con i valori e i presupposti che mi avevano fatto accettare questa carica. La dura denuncia dei colleghi, va perfino al di là del caso “Farina”, che pure personalmente considero gravissima : perchè le disdicevoli vicende che vedono protagonista questa persona non solo hanno coinvolto colleghi della testata per cui anch'io lavoro e hanno calpestato il lavoro di inchiesta di stimatissimi e indimenticati giornalisti, ma calpestano ancora oggi, con la riammissione nell'Ordine di Farina, valori di moralità e deontologia che sono il fondamento della nostra professione. Il “caso Farina” non era infatti solo un fatto tecnico, di routine amministrativa, come qui ho sentito dire: io credo che l'Ordine della Lombardia o quello Nazionale, di fronte a un “caso” così grave , avrebbero dovuto trovare i modi di intervenire, anche senza contravvenire a una sentenza della Cassazione. Dovrebbero già avere gli strumenti opportuni di difesa, gli anticorpi necessari per “espellere” il virus. Cosa non accaduta. Ma non è solo solo questo “caso”, dicevo. Sono le ragioni complessive delle dimissioni dei due colleghi a sollevare a mio parere una questione “politica” in seno al Consiglio stesso, alla sua funzione, al suo ruolo nella tutela della nostra professione, e all'impossibilità di operare qualunque cambiamento. Per tante ragioni. Non ultima il silenzio stesso con cui le dimissioni dei due colleghi sono state accolte. Un silenzio per me più preoccupante delle dimissioni stesse: il fatto che il consiglio non abbia ritenuto di spendere mezza parola su quello che i colleghi Bonini e Suber ieri ci hanno detto è il segno che le loro ragioni sono autentiche. Ho voluto condividere queste riflessioni con i colleghi a cui per visioni e principi mi sento più legata, una compagine di minoranza all'interno del Consiglio che ha fatto e continua a fare battaglia dentro il Consiglio. Dalle nostre riflessioni sono emerse strategie di intervento diverse dalle mie che rispetto e reputo altrettanto importanti. Ma ritengo necessario farmi da parte, impegnandomi da subito a proseguire il lavoro fuori dal Consiglio, nella convinzione che l'Ordine o si cambia o si chiude. Cordiali saluti, anna bandettini
       
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