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Al Cnog i giorni passano, le riforme non si fanno e le Zanzare prosperano


zanzareAltri tre giorni spesi (prevalentemente male) nei saloni dell'hotel D'Azeglio di Roma, tutti insieme appassionatamente, per i 144 Consiglieri Nazionali dell'Ordine. Dopo l'approvazione, a gennaio, con due soli voti di scarto di un documento-proposta per la riforma dell'Ordine, da tutti auspicata almeno a parole ma certamente affossata nelle poche righe approvate a gennaio, Liberiamo l'Informazione, ovvero il nostro gruppo, ha offerto la disponibilità a riaffrontare il confronto alla ricerca di una soluzione condivisa almeno un po' più dignitosa, ponendo come unica condizione la presenza al tavolo di Carlo Bonino e Pino Rea, firmatari della nostra proposta. L'esecutivo guidato da Iacopino ha invece proposto al Consiglio un gruppo di lavoro in cui c'erano Bonini e Mastroianni, oltre a Verna, Vitucci, Biassoni e altri. Nove in tutto, ma senza Rea, giudicato non degno perché responsabile di aver chiamato Iacopino con il nomignolo di Jago in una mail interna al nostro gruppo. Romani a parte, i nostri consiglieri hanno giudicato questa esclusione inaccettabile, e quindi Carlo Bonini non ha accettato la nomina. La commissione lavorerà, non si sa bene su cosa, e se ne riparlerà a giugno. Il Consiglio ha poi esaminato la proposta del Garante sulla Privacy per un nuovo codice deontologico, che sostituisca quello in vigore approvato nel 1998. La proposta, arrivata a luglio sul tavolo del presidente dell'Ordine, è stata portata in Consiglio solamente ora, con il Garante che chiede le nostre osservazioni entro aprile. Due ore ci sono parse un tempo non sufficiente per una analisi approfondita del documento e il relativo dibattito, anche alla luce delle critiche formulate da avvocati come Malavenda e dall'unione Cronisti, quindi abbiamo chiesto di parlarne a maggio, invitando il Garante a non decidere adesso, anche perché la materia è estremamente delicata. Materia delicata anche al punto 3 proposto dal Garante: "il giornalista nella propria attività si ispira ai principi di correttezza e accuratezza: in particolare rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta, salvo che ciò comporti rischi per l sua incolumità o impedisca la raccolta delle notizie; evita artifici raggiri e pressioni indebite...". A molti di noi è parso che questo articolo, poco diverso da quello in vigore, si attagliasse in modo sorprendente alla vicenda del collega Merku, consigliere nazionale dell'Ordine e vicepresidente della Commissione Cultura. Per questo motivo abbiamo sottoscritto un documento, allegato qui sotto, chiedendo di porlo in votazione. Si è sfiorata la rissa, con il consigliere Saggese che ci ha insultati allontanandosi dall'aula. Il presidente si è rifiutato di sottoporre il documento a voto, sostenendo che dal punto di vista regolamentare non era possibile perché non era stato richiesto che fosse messo all'ordine del giorno. Non siamo d'accordo, ma ne parleremo comunque alla prossima riunione del Consiglio Nazionale. Nel frattempo cercheremo di diffondere il nostro punto di vista il più capillarmente possibile. I Consiglieri lombardi di Un Altro Ordine Possibile Qui potete trovare il link alla Raccolta firme Ordine per vicenda La Zanzara -
       
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