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15 giorni di sciopero alla Mondadori


Il messaggio che i giornalisti della Mondadori mandano all'azienda, assieme a 15 giorni di sciopero, è chiaro: non tollereremo che nell'affrontare la crisi ci dividiate tra figli e figliastri. O meglio, con linguaggio verghiano, niente sommersi e salvati. Un collega non l'ha sottoscritto e questo non consente al testo di definirsi "approvato all'unanimità"; ma il CdR tiene a sottolineare nel corpo del comunicato il rapporto fra un singolo no e il sì degli oltre 260 giornalisti presenti mercoledì 23 gennaio, fra Milano e Roma, all'assemblea Mondadori. ------Comunicato dell'Assemblea dei giornalisti Mondadori------ L'assemblea dei giornalisti della Mondadori, ascoltata la relazione del Cdr, ritiene grave e inaccettabile che l'Azienda abbia aperto il confronto  sullo stato di crisi - che prevede complessi interventi di riorganizzazione su gran parte delle testate - annunciando la chiusura di quattro mensili e della Uor Mondadori tv. Pur riconoscendo le difficoltà economiche dell'azienda e la natura strutturale della crisi dei periodici, riteniamo vada fatto ogni sforzo possibile per tenere in vita i giornali. Pensiamo infatti che un editore come Mondadori debba continuare a presidiare tutti i segmenti di mercato. Una cosa vogliamo fin da ora mettere in chiaro: che il problema degli esuberi risultanti da eventuali chiusure e dalla riorganizzazione dovrà essere affrontato nella sua globalità al termine del confronto sullo stato di crisi. Non ci sono colleghi di testate più fortunate o meno, sommersi o salvati: tutti indossano la maglietta della Mondadori. Valutiamo non sia accettabile che si porti avanti una discussione sullo stato di crisi senza che l'azienda dichiari quante risorse intenda investire nei periodici, e come ritenga rilanciare i giornali e sviluppare il digitale, portando nelle redazioni il lavoro giornalistico. In questi anni l'azienda si è resa responsabile di ritardi strategici, dierrori negli investimenti sui prodotti giornalistici e gestioni poco accorte anche all'interno delle singole redazioni, ad esempio con un uso smodato dei collaboratori. Non possiamo accettare che i costi di tutto ciò ricadano sui giornalisti. Condividiamo e appoggiamo la linea del Cdr, e sostenuta da tutti i rappresentanti sindacali dei giornalisti Mondadori, di procedere a confronti tra le parti, testata per testata, in presenza del direttore, del Cdr e dei fiduciari. Non accetteremo qualunque imposizione o decisione unilaterale da parte dell'azienda e affidiamo al Cdr un pacchetto di 15 giorni di sciopero. (Presenza stimata al momento del voto: più di 260 giornalisti tra Milano e Roma. Mozione approvata con un solo voto contrario). Segrate, 23 gennaio 2013
       
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