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Se il Comune si fa garante di equi compensi


comune-milanoMentre in Fieg si firmava l'accordo Gruber, il suo fantasma aleggiava a Palazzo Reale, citato nel corso di una vivace riunione convocata dagli assessorati Cultura e Lavoro. E diventava lo spunto per chiedere al pubblico di assumere un ruolo di garante dei diritti “fragili”, escludendo dagli incarichi le aziende che sul lavoro giocano scorrettamente. Principio che dovrebbe essere ovvio, scontato, persino banale, ma che di questi tempi suona rivoluzionario. Racconta Saverio Paffumi* : “Ieri sera ho partecipato, anche per conto di FreeMedia, a una riunione indetta da Boeri e Tajani per “incontrare le diverse categorie della filiera produttiva editoriale”. Obiettivo, come recitava il comunicato, “presentare le proposte del Comune a sostegno delle imprese creative, dello sviluppo tecnologico, digitale e multimediale. Oltre agli editori e alle librerie, sono invitati i rappresentanti delle diverse professionalità del settore (grafici, editor, traduttori, ecc)”. “L'assessore Tajani ha parlato anche della vertenza Gruner, ricordando l'appoggio dato dal Comune. Colpiva in sala l'incazzatura dei precari di RCS e Mondadori, dove gente che ha contratti a termine da 15 anni, illegalmente reiterati da queste aziende, ora in seguito alla legge Fornero viene invitata ad "aprirsi una partita IVA e ad associarsi in piccoli studi". Naturalmente in concorrenza fra loro, naturalmente abbassando tariffe e compensi fino all'insostenibile. Si parla di oltre 350 interessati da un destino che, sarebbe interessante capire, forse non ha pochi punti in comune con il destino dei giornalisti freelance e precari delle stesse case editrici. Fra le idee più applaudite, avanzata da una semplice redattrice precaria, quella di stimolare il Comune a NON patrocinare le iniziative di aziende che non rispettino un codice etico per un trattamento EQUO di freelance e collaboratori. A non dare lavoro (in termini di commesse editoriali) agli stessi gruppi "impresentabili". Bella idea davvero, a mio avviso, sulla stessa linea della legge per l'Equo compenso: il privato resta libero, ma se non rispetta certi principi, il pubblico non lo aiuta. Mi è sembrato un peccato che il Comune non abbia pensato di invitare le organizzazioni dei giornalisti (Alg, Ordine) tant'è vero che poi si è parlato anche di crisi delle testate. Chiaro che il sindacato, in queste sedi, viene abbondantemente suonato, come è capitato ieri alla CGIL. La quale però ha tenuto testa dignitosamente e alla fine ha dato la sensazione di volerci davvero provare a riprendere le fila di un discorso con i lavoratori NON dipendenti. Morale della favola: il sindacato dovrebbe stringere relazioni strette con questi assessorati (Cultura, Lavoro), perché sembrano intenzionati a fare una politica di concreto sostegno alle buone politiche editoriali, molto ribadito da Boeri che rilancia Book City anche a questo scopo. Anche i candidati alle elezioni regionali dovrebbero essere stimolati ad esprimersi sui destini dell'editoria lombarda.” *componente nazionale Commissione lavoro autonomo Fnsi
       
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