Marina Cosi
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Grazie di averci illuminato la strada
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Ridevi con la bocca storta, alle vignette del professor Chiappori, perché fotografavano la realtà e dunque ti divertivi e ti indignavi assieme.
Era la seconda metà degli anni ’70, quasi mezzo secolo di giornalismo fa, con la sinistra sindacale che si spaccava, gli attentati, i direttivi in Lombarda al calor bianco, sino al terrorismo in casa con l’assassinio di Walter Tobagi e tutt’intorno una società che cambiava radicalmente e veloce.
E lui Alfredo Chiappori, insegnante di storia dell’arte al liceo di casa sua, cioè a Lecco prima di diventare vignettista a tempo pieno, giornalista pubblicista (candidato con noi a Congresso), lui che aveva quella faccia tonda e gentile da eterno ragazzo, riusciva invece a tirare delle stoccate tremende.
Disegno a contrasto, bianco e nero, niente sfumature, temi politici forti, battute anch’esse fulminanti ed un personaggio, Up il Sovversivo, che non le mandava a dire. Ci conoscemmo allora, giro Feltrinelli dapprima (la memoria non m’aiuta) e poi con Oreste Del Buono, ma fu con Piero Scaramucci – agli inizi di Radio Popolare – che ci regalò il suo omino scapigliato protagonista d’una vignetta dove a chi diceva “La libertà di stampa non si compera!” rispondeva “Basta non metterla in vendita!!”.
Più in là nel tempo ne facemmo dei magneti, quelli da attaccare ai frigo, che ci servivano per finanziarci (poco però). Passarono gli anni ma non le sfighe e con l’arrivo di Berlusconi e dei suoi tentativi di legge-bavaglio sulle intercettazioni ecco che Alfredo Chiappori ci regala un’altra vignetta in due tempi: “Il governo Berlusconi è seriamente impegnato a garantire…” dice un omino e “…l’incompletezza dell’informazione” gli risponde quell’altro a testa in giù: ne facemmo dei segnalibri, rossi ovviamente, per una manifestazione a Sesto San Giovanni, noi di Nuova Informazione assieme ai cattolici di Impegno Sindacale. Un altro suo regalo è stato il disegno del nostro logo, sempre con l’omino spettinato e tutt’attorno la scritta Nuova (in grigio) informazione (in rosso): ne facemmo delle spille a bottone. Le spille finirono subito, ma il disegno rimane come logo del nostro sito.
E questa è la storia del nostro rapporto con Chiappori. Poi e prima e dopo c’era lui e la sua storia cresciuta ben al di là delle sue pur genialissime vignette di satira politica. Con salda e immutabile posizione antifascista, che gli veniva innanzitutto dalla sua tragedia familiare - il padre partigiano ucciso poco dopo che lui era nato –, e con grandi qualità creative dispiegate nel segno e nella scrittura: vignettista, illustratore, pittore e poi scrittore (“Il porto della fortuna” e “La breva, storie di lago” e “Il mistero del Lucy”, Lucy era un veliero). Sino a raccontare con pudica lievità la sua storia privata, dall’assassinio del padre alla consolazione dei pennelli in “Franco destino. Un'infanzia d'artista”.
Grazie di averci illuminato la strada. Noi tireremo avanti.