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Boicottaggio Rai, una storia drammatica ma non seria
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Boicottaggio Rai, una storia drammatica ma non seria

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Marina Cosi Nessuna valutazione
 

Lo sai bene che cosa dovresti fare ovvero non fare - “non ti curar di lor, ma guarda e passa” -, ma siamo prima di tutto giornalisti e ci tocca la completezza dell’informazione. Per cui va dato conto del seguito al comunicato Usigrai/Fnsi/Sindacato europeo dei giornalisti, di cui abbiamo scritto una settimana fa.

L’azienda (l’Azienda?), senza entrare nel merito delle circostanziate accuse (testate accorpate scavalcando i sindacati, blocco delle sostituzioni di ferie e maternità, assunzioni senza selezione pubblica ma a chiamata diretta, nel mentre non si stabilizzano i precari) ha dunque replicato tre volte:

1- con un proprio comunicato secondo il quale non solo “non c’è stata alcuna censura o bavaglio”, ma anzi con lo sciopero si esporrebbe il servizio pubblico a “strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione”,

2- lanciando all’attacco di Usigrai - e dunque della Federazione nazionale della Stampa - il neonato sindacatino giallo Unirai,

3- mandando in onda, durante lo sciopero, un simil-tg filogovernativo che neanche Crozza avrebbe potuto imitare meglio. Il tutto in attesa dei “provvedimenti drastici” annunciati dai vertici. Comunque, giusto per completezza, ricordiamo con una micro-bio-nota chi siano i suddetti vertici: Roberto Sergio di stirpe politica democristiana, già direttore di RadioRai, è l’attuale presidente Rai; Giampaolo Rossi, nominato da Sergio, è da un anno il direttore Rai.

(2- segue, forse)

       
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