Redazione
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Quirinalia. Giornaliste e presidenza della Repubblica
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Mani avanti: conoscete la mia sempiterna lotta per e con le donne e l’importanza del femminismo anche nella nostra storia, del giornalismo e delle sue rappresentanze intendo.
Eppure quando è partita la campagna per una donna al Quirinale mi sono sentita a disagio per quel “purchessia” non detto ma sottinteso. E a disagio pure per l’esame del sangue delle competenze della eventuale candidabile, come dire: è una donna MA è capace… Poi Natalia Aspesi (che Manitù ce la conservi) ha scritto il suo “No grazie” provocatorio ed è venuto giù il mondo. Accetto il linciaggio a mia volta: sarebbe bella una presidente, ma voglio il meglio, non voglio correre il rischio di beccarmi la Meloni o una sosia di Berlusca (vedi un po’ che sta succedendo in Francia…). Quand’ero più giovane e più sfacciata, se mi proponevano una tipa improponibile per una carica sindacale aut similia rispondevo con una battuta vergognosa, casomai ve la dico in privato, ma erano altri tempi. Comunque ora un’altra collega, Assunta Sarlo, nel suo blog ha argomentato meglio il “no ma speriamo” e dunque mi sono sentita “giusta”: tanto che vi ripropongo la sua riflessione.
https://www.radiopopolare.it/blog/il-grande-gioco-del-quirinale-che-non-sia-una-donna/ E a seguire il commento di Natalia Aspesi: https://www.repubblica.it/commenti/2022/01/02/news/aspesi-332355388/