Paolo Pozzi
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Sit-in dei cronisti contro il bavaglio di Regione Lombardia
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Sit-in di protesta dei cronisti oggi a Milano in piazza Lombardia per chiedere di ripristinare il servizio "real time" di Areu oscurato da Guido Bertolaso, neo assessore a Sanità e Welfare della giunta di Attilio Fontana.
E la pioggia? Ai cronisti gli fa un baffo. Non eravamo in 300 ma in poco più di una trentina, giovani e meno giovani, sicuramente forti e decisi a chiedere, a gran voce, due cose alla giunta di Regione Lombardia: consentire ai cittadini il diritto ad essere informati e ai giornalisti di esercitare il dovere di informare. Il sit-in, davanti alla sede della Regione, organizzato dal sindacato dei giornalisti (Alg) insieme all’Unione cronisti e all’Ordine lombardo in rappresentanza dei 23 mila giornalisti iscritti all’Ordine, ha avuto quanto meno l’effetto di arrivare a un incontro, nel pomeriggio, tra i rappresentanti dei giornalisti e il neo assessore alla Sanità e Welfare, Guido Bertolaso, uomo di fiducia del governatore lombardo Attilio Fontana che, tra i primi atti ufficiali del suo lavoro, ha pensato bene di oscurare il servizio “real time” di Areu (Agenzia regionale emergenze e urgenze) lo scorso venerdì 14 aprile, dopo ben 13 anni di apprezzato servizio, sul portale di Regione Lombardia. Il servizio, ora cancellato, informava chi, ogni giorno, deve fare cronaca nelle dodici province lombarde, dando notizia degli interventi di ambulanze, automediche e di elisoccorso. Nella sola giornata di ieri - tanto per fare un esempio - erano stati 2.820 gli interventi di Areu in tutta la regione, di cui 381 in codice rosso (emergenza grave), 12 con l’utilizzo di elisoccorso e uno di soccorso alpino.
A fronte della richiesta di riattivazione immediata del “real time”, Bertolaso, per ora, ha fatto partire un servizio sostitutivo telefonico “dedicato” ai giornalisti: solo 3 ore al giorno per tutte le testate lombarde. Insomma un terno al lotto già solo riuscire a prendere la linea. Un balzo indietro di tre lustri, quando, facendo il "giro" di nera, tra mattinali dei carabinieri e fonti di polizia, si faceva anche il giro nei Pronto soccorso dei vari ospedali territoriali. Nell’incontro con i rappresentanti dei giornalisti, Bertolaso ha ribadito che non farà passi indietro sul “real time” ma ha promesso una nuova piattaforma Areu entro fine aprile e l’attivazione di un sistema di comunicazione nei presidi sanitari territoriali. “Verificheremo passo passo se i nuovi servizi di cui Bertolaso ci ha informato saranno migliorativi oppure no rispetto al servizio che ha oscurato - commenta Perucchini - Solo chi non ha ben presente come funziona il lavoro giornalistico può pensare che questo meccanismo valga tanto quanto un servizio digitale on-line 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana. Fa specie vedere come - con tutte le gravi emergenze che ci sono nella sanità lombarda - si provveda a spegnere proprio l’informazione. Come se non facendo sapere le notizie si possono risolvere i problemi della sanità lombarda”, fa notare ironicamente il presidente Alg Paolo Perucchini.
“Non siamo qui a parlare di una rivendicazione di categoria, siamo qui per i cittadini perché in questo modo i cittadini non possono essere adeguatamente informati - tiene a precisare Fabrizio Cassinelli, presidente dell’Unione cronisti lombardi - L’oscuramento del servizio di Areu in Lombardia è il secondo atto di un triste copione che tende palesemente a limitare il diritto di cronaca, dopo la legge Cartabia che impedisce di fatto la possibilità ai cronisti giudiziari di raccogliere informazioni nei tribunali e ha creato degli sbarramenti tra le Procure e le Forze dell’ordine da una parte e i cronisti dall’altra - denuncia Cassinelli -Ormai il metodo Cartabia e Bertolaso stanno facendo scuola non solo nella sanità e nella giustizia, ma ormai in tutti gli ambiti della cronaca, dallo sport alla politica”.
“Purtroppo ci sono altri progetti in arrivo che tenderanno a limitare la libertà di stampa, ad esempio nelle cronache finanziarie - profetizza Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia - Le Pubbliche amministrazioni non possono inibire, al contrario devono garantire il diritto all’informazione. Noi come Ordine siamo su questa lunghezza d’onda”. “Ormai le segnalazioni degli incidenti stradali ci arrivano dagli stessi cittadini - dice Veronica Deriu, cronista della Prealpina - Giorni fa ci hanno segnalato anche una piccola esplosione in una azienda della Brianza e abbiamo avuto enormi difficoltà a verificare la notizia dalle fonti ufficiali”. “L’interruzione del servizio informativo di Areu è stato improvviso eppure con gli operatori di Areu abbiamo sempre avuto una collaborazione molto professionale. L’intervento a gamba tesa di Bertolaso è da stigmatizzare ”, commenta Massimiliamo Menney, cronista e rappresentante sindacale di Citinews. Tra i rappresentanti dei Cdr convocati in piazza Città di Lombardia, al microfono del sit-in, non ha peli sulla lingua Massimo Piva, fiduciario sindacale della redazione di Milano di Repubblica: “Il disegno di questi signori è molto chiaro: fare comunicazione, non informazione! - dice Piva al microfono del sit-in - A Regione Lombardia interessa comunicare solo le notizie nei modi e nelle forme che interessa a loro”. Covid docet. “Non si può trattare un servizio pubblico come quello svolto da real time di Areu come fosse la propria fabbrichetta privata - dice Alberto Ambrogi di Rai Lombardia, in rappresentanza dell’esecutivo Uscirai - Un’istituzione non si può comportare così. È una gaffe che sta creando un blackout informativo dannoso per i cittadini. Evidentemente a qualcuno fa comodo che a documentare le notizie non ci siano le telecamere e i taccuini dei giornalisti”.
Presente al sit-in anche un direttore di testata, Lorenzo Rinaldi del quotidiano Il Cittadino di Lodi, che chiede ai politici di fare un passo indietro e alla politica di ripristinare il servizio. “L’istituzione Regione Lombardia non può abdicare al suo compito di essere al servizio dei cittadini. Quello che sta succedendo in Lombardia riguardo all'informazione è motivo di forte preoccupazione”, sottolinea Rinaldi.
Due i consiglieri regionali presenti (Alg ha informato del blitz di Bertolaso tutti i consiglieri regionali e parlamentari lombardi eletti a Roma) che hanno portato solidarietà ai giornalisti: “Con tutto quello che è successo sulla sanità in Lombardia ci saremmo aspettati maggiore trasparenza, qui invece si blocca a priori la possibilità ai giornalisti di fare il loro lavoro. Siamo in presenza quindi di una censura preventiva”, dice Onorio Rosati di Alleanza Verdi Sinistra. “Noi siamo stati eletti a febbraio - ricorda Luca Paladini del Patto civico - e l’attuale Consiglio regionale ha fatto, fino a oggi, pochissime cose. Una di queste, fra le prime, è stata quella di mettere il bavaglio all’informazione. Oramai l’informazione è affidata ai canali Instagram dei singoli politici che vogliono così orientare l’informazione ai cittadini secondo i loro interessi personali. Se questo è il sistema di fare informazione c’è da aver paura. Il 2 maggio, in occasione del prossimo Consiglio regionale, durante una question time, chiederemo conto a Bertolaso di quello che sta facendo”.
NELLA FOTO IN HOME PAGE - Al centro dello striscione il presidente dell'Associazione lombarda giornalisti, Paolo Perucchini