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Uniti per un Inpgi solido e solidale


Esperienza, coraggio e inclusione sono le componenti del nostro programma. Prima di entrare nel dettaglio va sottolineato, care e cari amici di Nuova Informazione, che stavolta stiamo andando al voto per l’Inpgi in uno dei momenti più difficili della sua storia. E’ fondamentale quindi mantenere la barra dritta, scegliendo persone responsabili come consiglieri generali – a loro e fra loro tocca eleggere il CdA – sulla base di linee programmatiche che, discusse e condivise entro un’ampia coalizione, sono state tradotte in proposta da Andrea Camporese. La coalizione è la stessa attualmente responsabile di Inpgi, Fondo, Casagit e Fnsi (oltre che della Lombarda) e che ha “portato a casa” l’ultima riforma dell’Inpgi – quella che la ministra Fornero non conosce -, l’ultimo contratto con la Fieg, il tariffario con Uspi, la battaglia per i fondi alla vera editoria indipendente... Il futuro è molto difficile, per il Paese, per l’editoria, per l’occupazione, e dunque non ci verranno concessi tempi supplementari: dobbiamo essere uniti e non possiamo sbagliare. Ciò detto, cosa portiamo noi di specifico nel programma comune? La continuità di alcune linee guida da sempre applicate dai nostri rappresentanti nell'Istituto. Innanzitutto l'ampliamento degli ambiti previdenziali, quindi la tutela dei diritti acquisiti, la solidarietà fra colleghi, il controllo rigoroso del rispetto normativo da parte degli editori. Ma nuovi scenari si aprono e l'Inpgi avrà più che mai bisogno di esperienza e di coraggio. Quanto alla prima, Nuova Informazione può contare sulla lunga esperienza dei singoli e sul riconoscimento di merito giunto al gruppo sin dai precedenti mandati - dall'uscente Riccardo Venchiarutti, in cda sotto le presidenze Cescutti e Camporese, a Marina Macelloni competente e rispettata presidente della Commissione finanza, a Guido Besana alla guida degli Ispettori Inpgi, che entrambi si ripresentano, alle new entries di colleghi ben rodati in cdr e commissioni come Maxia Zandonai e Beppe Ceccato. E, fra i pensionati, si aggiunge l'ultradecennale esercizio di gestione del Fondo complementare da parte di Marina Cosi. Fin qua l'esperienza.  Quanto al coraggio ce ne vorrà molto per affrontare le tutt'altro che concluse turbolenze dei mercati, oltre che per disegnare un'Inpgi sempre più solidale: verso i giovani che si dibattono fra contratti precari e cinquantenni espulsi dal lavoro e lontani dalla pensione, verso le donne che vanno compensate del sacrificio di lavorare più a lungo con strumenti di welfare, flessibilità positiva, sostegno alla carriera, verso anziani in difficoltà per i costi privati del long term care, verso le famiglie alle prese con handicap. Una solidarietà costruita per durare, dunque non meramente di sostegno economico, ma fatta anche di alleanze con altre istituzioni di categoria e non e che si traduca in investimenti per residenze assistite, aggiornamenti e strutture professionali, sostegni di prossimità... Non è un libro dei sogni, è un obiettivo concreto al quale mirare, tappa dopo tappa. Per attuarlo dobbiamo poter governare con serenità l'Inpgi; da qui la scelta di candidare 12 colleghe e colleghi in Lombardia tra gli attivi, su otto eleggibili, e di sostenere un listino bloccato di 14 nomi sui collegi nazionali. che riguardano pensionati, sindaci e Inpgi2. Noi ci fidiamo di Camporese (qui sotto il suo documento), l'abbiamo visto al lavoro, nell'Inpgi e nell'Adepp. Abbiamo scelto con cura le nostre donne e i nostri uomini e li abbiamo collocati entro una compagine già sperimentata e in cui abbiamo fiducia. Ora tocca ai colleghi scegliere. A differenza di altri candidati e pur con tutto il rispetto per loro noi non ci siamo esercitati nell'invio di email quotidiane nè di centinaia di telefonate. Stiamo facendo alcune comunicazioni ragionate sul nostro sito e con newsletter; saremo naturalmente molto grati ai colleghi che vorranno rilanciare la nostra proposta. Poiché ci fidiamo degli elettori e del loro interesse a porre l'Inpgi in mani fidate.  

Documento programmatico di Andrea Camporese, Per un Inpgi solido e solidale

Dopo quattro anni di governo è il momento dei bilanci, ma soprattutto delle sfide future. Le prove alle quali ci ha messo di fronte un mercato del lavoro fortemente recessivo, in un contesto economico generale pessimo, sono state molte e pesanti. Aver reso irrilevanti i costi dei prepensionamenti per l'Istituto, aver varato una riforma che mette i conti in equilibrio sul lungo periodo, aver difeso l'alto livello di protezione del nostro welfare, imparagonabile ad ogni altra categoria, possono essere considerati obiettivi colti nel pieno della tempesta. Ma non basta. Non basta perché la perdita di oltre il 6 per cento dell'occupazione stabile in pochi anni va assolutamente contrastata, per la tenuta del sistema previdenziale e, ancor più, per il futuro dei nostri giovani. Unici nel Paese abbiamo messo in campo sgravi pari al 60 per cento dei contributi per tre anni a favore dei datori di lavoro che stabilizzano i giornalisti precari, sospeso le rate di mutui e prestiti di chi si trova in difficoltà, lavorato alla tutela della legalità con centinaia di ispezioni l'anno. Un gruppo molto ampio di colleghi mi ha chiesto pubblicamente di ripresentarmi alla presidenza dell'Inpgi, ho accettato, consapevole che il lavoro non è finito, che non esistono ricette magiche, che serve umiltà e determinazione. Protezione e proiezione - Pensioni medie tra le più alte nel Paese, disoccupazione erogata con parametri molto più protettivi dell'Inps, mutui e prestiti a tassi agevolati mediamente inferiori di due punti percentuali rispetto alle migliori condizioni bancarie (il numero di domande lo dimostra): autonomia dell'Istituto significa esattamente questo. Gli attacchi, in parte ridimensionati, del Ministro Fornero vanno respinti, come si è fatto, con la forza dei numeri, della ragione e, se necessario, della protesta. Il nostro essere professione costituzionalmente tutelata, il non gravare sullo Stato, l'aver gestito il proprio patrimonio con serietà ed efficienza non può essere cancellato. Una delle sfide future è quella del lavoro non dipendente. Su questo versante, dopo aver garantito una serie di protezioni importanti per i collaboratori (maternità, paternità, adozione, degenza e molte altre) serve una spinta forte alla ricerca di risorse per elevare ed ampliare le tutele esistenti. Va fatta una battaglia per una fiscalità di vantaggio da destinare alla protezione sociale, per il welfare femminile, adeguato ai tempi e ai ritmi moderni delle colleghe, per coprire il lavoro discontinuo, gli eventi imprevedibili di chi non ha un contratto a termine. Tutto questo è necessario, tutto questo è civiltà della previdenza. Essere forti in un contesto debole - Non illudiamoci. L'Italia non tornerà a crescere presto, e comunque difficilmente coprirà le perdite registrate nel quinquennio. Solo una categoria coesa e determinata può creare un circolo virtuoso in un tessuto economico gravemente compromesso. Il raccordo con la Fnsi nelle politiche del lavoro e del contratto resta essenziale, il confronto aperto con gli editori una risorsa per far crescere l'occupazione. Ogni stimolo alla crescita degli occupati stabili andrà percorso. Nessuna visione di contrasto tra nuove e vecchie generazioni può essere tollerata se vogliamo continuare in un percorso nato un secolo fa. Se i giornalisti in passato hanno goduto mediamente di pensioni più generose, i giovani dovranno godere di tutele maggiori nel corso della vita lavorativa. Solo una sintesi equilibrata, e lo afferma una persona di 43 anni, può salvare un impianto del tutto autonomo e autofinanziato. Dico no alle divisioni sterili: in quattro anni si è lavorato molto, democraticamente e in trasparenza. Il Fondo di perequazione delle pensioni, che trae origine dall’ultimo accordo contrattuale grazie all’impegno congiunto di Fnsi e Inpgi, dovrà presto dotarsi di un regolamento e, raggiunta una quota sufficiente di accumulo, cominciare a distribuire risorse che contrastino in particolare l’erosione inflattiva dei trattamenti pensionistici. Il valore di un patrimonio - La redditività del patrimonio dell'Inpgi ci ha collocati in questi anni tra i primi posti tra gli investitori istituzionali italiani, nel 2010 al primo. Lo sforzo di innovazione e diversificazione degli investimenti è stato enorme. Far rendere i nostri denari significa mantenere un sistema forte e premiante, questa sfida deve continuare nel segno della trasparenza e dell'efficienza. Il valore solidaristico del nostro comparto immobiliare va mantenuto e rafforzato coniugandolo con ritorni economici importanti per tutti gli iscritti. Gli investimenti di sviluppo a Roma (Tiburtina) e Milano (Porta Nuova) stanno fornendo riscontri molto positivi in termini di vendite. Più in generale gli investimenti in fondi immobiliari, fiscalmente efficienti, hanno voluto coniugare il rendimento con le finalità sociali (Social Housing) prevedendo che i giornalisti con redditi inferiori ai 40 mila euro possano accedere all’edilizia convenzionata attraverso una quota riservata degli appartamenti che Cassa Depositi e Prestiti andrà a realizzare su tutto il territorio nazionale. Essere al servizio - Un Istituto sano si misura anche con la vicinanza agli iscritti. In questi anni abbiamo lavorato, e sarà necessario proseguire sulla stessa strada, ad una semplificazione normativa e burocratica forte soprattutto a favore dei colleghi della Gestione Separata. Risposte precise e tempestive, rafforzamento del sito, possibilità di lunghe rateizzazioni dei contributi, un nuovo regolamento al vaglio dei Ministeri vigilanti. I tempi di erogazione delle prestazioni, pensioni e welfare, ci collocano tra gli Enti più virtuosi, le porte della Casa comune debbono rimanere aperte, l'ascolto continuo.
       
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