Redazione
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Un sole così caldo
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Giordano aveva 18 anni e moriva sereno, convinto com'era di vivere in un Paese fortunato, dove altre mani avrebbero raccolto la sua bandiera della libertà. Cent'anni prima altri ventenni si battevano, e morivano, per il diritto di vivere in un Paese libero e unito. Glielo dobbiamo, noi, oggi, di testimoniare come minimo un'analoga tenacia nel difendere quei valori. Buon 25 aprile. "Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà” . Giordano Cavestro (“Mirko”), 18 anni, studente di Parma, medaglia d’oro al valor militare, scrisse questa lettera subito prima di essere fucilato dai nazifascisti il 4 maggio 1944.