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Uccisi 46 reporter nel 2011, il Pakistan è il Paese più pericoloso


(AGI/AFP) - New York, 21 feb. - Almeno 46 giornalisti sono stati uccisi nel 2011 che, complice le rivolte della Primavera Araba, ha registrato un triste primato di inviati morti in missione: è il bilancio del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), organizzazione con base a New York. Il Pakistan si conferma il Paese più pericoloso per i reporter: l’anno scorso ben 7 vi hanno perso la vita. Altri 5 sono caduti in Iraq e altrettanti sono rimasti uccisi durante la rivolta in Libia contro il colonnello Muammar Gheddafi. “Diciassette giornalisti sono morti mentre svolgevano missioni pericolose. La maggior parte di loro si occupava delle rivolte che hanno scosso il mondo arabo”, si legge nel rapporto. Delle 46 vittime, il 40 per cento erano fotogiornalisti e operatori video: una percentuale cresciuta piu’ del doppio da quando, nel 1992, il Cpj ha cominciato a pubblicare il suo rapporto. Il Comitato sta investigando su altri 35 giornalisti morti nel 2011 e che potrebbero aver perso la vita per motivi connessi al loro lavoro. Nel 2010, secondo i dati del Cpj, erano stati uccisi 44 reporter. (AGI)
       
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