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Torino capitale dell'informazione: da oggi il Congresso mondiale degli editori. In Europa -22% di diffusione quotidiani in 5 anni


Da oggi fino all’11 giugno il mondo dell’editoria quotidiana si ritrova a Torino. L’occasione è il 66° Congresso mondiale dei giornali, un appuntamento che ogni anno viene ospitato in un Paese diverso e che stavolta fa dell’Italia l’epicentro del dibattito sul futuro dell’informazione. Oltre mille protagonisti del settore dei media sono attesi al Lingotto, per presentare nuovi modelli di giornalismo e discutere le prospettive del settore nell’era digitale. Lastampa.it anticipa alcuni temi centrali dell’incontro torinese. Nel corso del 2013, l’informazione prodotta nelle redazioni dei giornali ha raggiunto metà di tutti gli utenti di Internet del pianeta. Un dato che verrà certificato dal rapporto «World Press Trends 2014» che Wan-Ifra – l’organizzazione mondiale degli editori e dei leader dei media – presenta in questi giorni al convegno di Torino. Con una platea di lettori pari a circa un miliardo di persone, i quotidiani dovrebbero sentirsi forti e al riparo dalla crisi. Ma non è certo questo il clima che si respira nel mondo editoriale. Il motivo lo sintetizza bene Larry Kilman, segretario generale di Wan-Ifra, anticipando alcune conclusioni del rapporto: «Il digitale può essere il futuro, ma questo futuro non lo abbiamo ancora trovato». La carta continua a segnare un calo generalizzato delle copie, frenato solo dalla crescita sui mercati asiatici. L’informazione digitale cresce, ma non abbastanza da sostenere il sistema e da proporsi come solida alternativa. E così anche il «World Press Trends» di quest’anno confermerà il quadro di quello dell’anno scorso, riassunto nei grafici qui sotto relativi al 2012. In Europa nel 2013 la circolazione dei quotidiani è scesa di un altro 4%, portando il trend degli ultimi cinque anni a -22%. A crescere restano solo Cina, Indonesia, Malaysia e altre piazze asiatiche. La raccolta pubblicitaria dei giornali ha continuato a sua volta a calare: in 10 anni la carta stampata ha perso il 14% della torta globale degli investimenti pubblicitari. La crescita che è avvenuta parallelamente sul digitale (+17%) è lontana dal riequilibrare la situazione. Anche perché una larga parte dei ricavi pubblicitari sul web finiscono a Google e ad altri grandi player di Internet. Il traffico che arriva sui siti delle grandi testate è enorme ed è la vera ricchezza del futuro, se riuscirà a essere valorizzato. Al momento resta un fenomeno mordi-e-fuggi, con i lettori che trascorrono sui siti di news pochissimo tempo: poco più dell’1% del totale della permanenza in Rete è dedicato all’informazione di qualità, quella realizzata dalle testate giornalistiche. Il quadro però non è tutto a tinte scure e le prospettive su cui lavorare sono quelle aperte dai dieci trend che proponiamo in queste pagine. Si tratta della Top Ten che viene presentata da Wan-Ifra a Torino in occasione del lancio di un altro rapporto, «2014 Trends in Newsroom», che analizza cosa sta cambiando nelle redazioni del pianeta. I giornalisti, lavorando fianco a fianco con figure professionali ormai diventate strategiche (ingegneri, sviluppatori, grafici, designer), stanno inventando un nuovo «storytelling» digitale che è il motore dell’innovazione giornalistica. Spuntano poi nelle redazioni tradizionali sale tv e strumenti all’avanguardia per la produzione di video di alta qualità, in grado di sfidare quelli dei grandi network televisivi. Social Media e Data Journalism sono i nuovi alleati dei reporter: il futuro passerà anche dall’uso che verrà fatto di queste risorse. E forse anche dalla tecnologia «da indossare», come quella dei Google Glass.
       
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