Redazione
Visite: 312
Sabato 12, in piazza per la ricostruzione...
Redazione
Visite: 312
Dopodomani, sabato 12, ore 14.30 appuntamento civile a Porta Venezia per la manifestazione Riprendiamoci il Campo. Quel Campo in cui era sceso ormai 17 anni fa l'Unto del Signore e che probabilmente (finchè non vedo non credo) il medesimo lascerà finalmente libero. Libero e malconcio e pieno di macerie. Ci andremo come singoli e come gruppi organizzati. Come cittadine/i, come giornalisti di Nuova Informazione, come Anpi, come milanesi, come associazioni delle donne (Usciamo dal Silenzio e le altre, tutte quante riunite in Se non ora quando-Milano). Ma anche come come Giuliette... Già, le colleghe che aderiscono a "Giulia". Per loro l'appuntamento è un quarto d'ora prima che inizi la manifestazione, davanti al numero 48 di corso Venezia, sede del Circolo della Stampa. Spero si sia in gran numero in modo da dare, sin dal primo colpo d'occhio, l'immagine d'una manifestazione gremita di donne che, dopo aver protestato per la propria dignità e dunque per quella dell'intero Paese, ora chiedono concretamente di avere un ruolo nella ricostruzione. "Giulia" aveva aderito alla manifestazione di dopodomani 12 con un documento (in coda), sempre valido benchè tradisca un po' il fatto di essere stato scritto dieci giorni fa quando la caduta di Berlusconi era soprattutto una forte speranza. "GIULIA", repetita iuvant, è un acronimo che sta per Giornaliste Unite Libere Autonome e che identifica un movimento neonato ma già vitalissimo a livello nazionale, che sinora ha preso posizione su temi specifici di diritto di cronaca (no alla legge bavaglio) o di dovere di cronaca (no al cinismo della televisione del dolore) ovvero contro aggressioni alla nostra dignità, di donne in generale (il partito della gnocca di B) e delle colleghe in particolare (l'aggressione di Crosetto e Pace alla Rampino). Inoltre partecipa in autonomia a Snoq nazionale (la rete di associazioni Se non ora quando). Infine in coda alla coda c'è l'appello di convocazione della manifestazione, con le firme... Vi aspetto, avremo anche uno striscione bellissimo e dunque servono molte mani per sostenerlo.... Ciao, Marina
Anche “Giulia” in campo a Milano, sabato 12 novembre
Un Paese che esclude le donne e le tiene ai margini dell’economia, della politica, del governo e dell’informazione è un Paese senza futuro e condannato al declino. La drammatica crisi, economica e morale, che stiamo vivendo lo dimostra. Una classe di governo irresponsabile che non è riuscita ad anteporre il bene del Paese a interessi personali e di parte, assume interamente su di sé il peso d’un fallimento che trascina l’Italia nel baratro. Rimettere in campo il protagonismo civile è quello che sta spingendo centinaia di giornaliste in tutta Italia ad aderire a GIULIA, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome. GIULIA vuole che il rispetto per la dignità della donna sia punto centrale del nuovo progetto politico che serve all’Italia. E vuole un cambiamento radicale dell’informazione, sempre più megafono del potere e dei poteri e incapace di dare una corretta e concreta rappresentazione delle donne e della società. GIULIA, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome, ha condiviso le ragioni e l’appello di RIPRENDIAMOCI IL CAMPO e sarà quindi alla manifestazione di Milano sabato 12 novembre convinta che la squadra che si “riprenderà il campo” dovrà avere giocatrici donne e fare una politica permeata in ogni sua declinazione dall’interesse delle donne.Per informazioni: giulia.giornaliste@gmail.com
APPELLO E FIRME DI "RIPRENDIAMOCI IL CAMPO"
Riprendiamoci il campo La crisi globale dell'economia e della finanza sta mutando profondamente gli equilibri mondiali e mette con tutta evidenza in discussione questo modello di sviluppo. In Italia, un Governo ormai privo di qualsiasi credibilità internazionale, condizionato dagli interessi personali e dalle vicissitudini giudiziarie del Presidente del Consiglio, non ha saputo contrastare gli effetti peggiori della crisi, trascinandoci in una situazione ormai insostenibile sotto ogni punto di vista: istituzionale, politico, economico e morale. Il nostro Paese è oggi, fermo, prostrato, sfiduciato, incapace di investire sul proprio futuro. Un Paese dove soprattutto ai giovani viene negata una prospettiva decente di vita e di lavoro. La disoccupazione giovanile sfiora, infatti, il 30% contro il 20% del resto d'Europa; sono due milioni i giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno inseriti in percorsi di formazione; cresce il numero - in Lombardia più che altrove - di giovani e soprattutto di donne che rinunciano alla ricerca di un posto di lavoro. Le manovre economiche e finanziarie che si sono succedute in questi due anni, ed in modo particolare le due che sono state approvate tra luglio e inizio settembre, hanno un segno fortemente depressivo, dove nulla è previsto per stimolare la crescita, ed hanno un carattere di profonda e ripetuta ingiustizia perché fanno ricadere su una sola parte del Paese - quella più verificabile o più debole o meno garantita - il costo di un risanamento necessario ma che non sarà raggiunto in ragione del fatto che non si punta alla ripresa ed allo sviluppo. I tagli insostenibili a Regioni ed Autonomia locali non solo hanno la conseguenza di ridurre i servizi ai cittadini ed aumentare l'imposizione fiscale, ma determinano un corto circuito tra i livelli istituzionali ed amministrativi, impedendo nella sostanza a Regioni ed Autonomie Locali di esercitare le funzioni ad esse attribuite dallo Stato. Noi pensiamo che non sia più possibile rassegnarci a questo stato di cose: l’Italia deve ripartire, voltare pagina, rinsaldare i capisaldi della convivenza civile, come più volte richiamato dal Presidente della Repubblica nella sua incessante azione di garante delle Istituzioni. L’Italia ha bisogno di una diversa politica economica e sociale e di riscoprire l’etica della responsabilità pubblica e dell’azione di governo. In questo contesto, per la gravità della situazione in cui versa il nostro Paese, pensiamo che sia necessario, mettere in campo un nuovo protagonismo civile. Per queste ragioni, noi chiediamo: ■il rispetto della Costituzione, delle funzioni dei diversi poteri dello Stato e del recente esito referendario, ponendo fine all’irrisione del ruolo del Parlamento – chiamato soltanto a votare la fiducia su pacchetti blindati – ed alla permanente denigrazione del ruolo fondamentale di controllo svolto dalla Magistratura; ■una diversa politica economica che incentivi la ripresa e l’occupazione, promuovendo coerenti politiche industriali e terziarie, investendo risorse pubbliche e private su ricerca, formazione, scuola e università; ■politiche che coniughino lavoro e formazione: nel sostenere la centralità del lavoro nelle sue diverse declinazioni (manuale, tecnico, professionale ed intellettuale), è condizione necessaria rilanciare un sistema di formazione continua e qualificata; ■la definizione di due progetti prioritari per lo sviluppo del Paese: un piano straordinario per l’occupazione giovanile ed uno per il Mezzogiorno; giovani e Mezzogiorno devono diventare risorse fondamentali per il futuro dell’Italia; ■il rilancio di una politica di sostegno della cultura e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale; ■un sistema fiscale che torni ad essere fondato sul principio della progressività e dell’equità, attraverso anche un’imposta sui grandi patrimoni, incentivi selettivi alle imprese che fanno innovazione, investono e creano occupazione stabile; decisivo per questo è riprendere un’organica azione di contrasto all’elusione e di lotta all’evasione fiscale; ■un welfare rinnovato e più efficiente, ma anche più inclusivo, che si coniughi con la lotta alla povertà oggi in crescente aumento anche in Lombardia; ■il ripristino dei cardini della riforma previdenziale del 1995, fondata sull’equilibrio tra diritti acquisiti, garanzia delle prestazioni anche per le nuove generazioni e flessibilità dell’età pensionabile in relazione a criteri oggettivi quali l’aspettativa di vita; ■il ripristino dei trasferimenti necessari a Regioni, Province e Comuni a garantire l’erogazione dei servizi essenziali quali sanità, assistenza e trasporto pubblico locale; ■l’allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per gli enti virtuosi e subordinato al finanziamento e alla realizzazione di opere di pubblica utilità, necessarie per rimettere in moto l’economia e rilanciare l’occupazione; ■la cancellazione dell’articolo 8 dell’ultima manovra e la riconsegna all’autonomia delle Parti Sociali delle materie inerenti la contrattazione; ■una seria e coerente riduzione dei “costi della politica” che porti più efficienza e moderazione nelle spese senza mortificare l’esigenza di partecipazione democratica dei cittadini Per questo, alle Province, ai Comuni ed in particolar modo alla Regione Lombardia chiediamo non solo di mantenere ferme le richieste unitarie al Governo di modifica della manovra, ma anche di farsi promotori – ciascuno per le proprie competenze e responsabilità – di politiche che promuovano la ripresa e lo sviluppo dei territori, sostenendo l’economia, il lavoro, l’occupazione ed il sistema delle imprese. Per queste ragioni, vogliamo dare appuntamento a tutti coloro che vogliono bene all’Italia e non cessano di indignarsi di fronte al degrado delle istituzioni e alla negazione di futuro cui siamo condannati da un Governo screditato nel mondo e che ha fallito in Italia, Sabato 12 novembre 2011 alle ore 14,30 a Milano, ai Bastioni di Porta Venezia, per una manifestazione regionale aperta al contributo e all’apporto dei componenti della società civile, del mondo del lavoro, del mondo associativo e delle cittadine e dei cittadini. Vittorio Angiolini, costituzionalista, Università Statale Milano - Giovan Battista Armelloni, Presidente ACLI Lombardia - Gae Aulenti, architetto - Enzo Balboni, costituzionalista, Università Cattolica Milano - Gianni Barbacetto, giornalista, saggista - Nino Baseotto, sindacalista, segretario CGIL Lombardia - Giorgio Bocca, giornalista, scrittore - Cini Boeri, Architetto - Anna Bonanomi, sindacalista, segretaria SPI Lombardia - Lorenzo Bordogna, sociologo, Università Statale Milano - Bruno Bosco, economista, Università Milano Bicocca - Sen. Daniele Bosone, Presidente Provincia di Pavia - Virginio Brivio, Sindaco di Lecco - Bruno Canino, musicista - Gian Primo Cella, sociologo, Università Statale Milano - Daniele Checchi, economista, Università Statale Milano - Don Luigi Ciotti, Presidente Gruppo Abele - Massimo Cirri, Conduttore radio-televisivo - Don Virginio Colmegna, Casa della Carità - Daria Colombo, scrittrice - Lella Costa, attrice - Nando Dalla Chiesa, sociologo, Università Statale Milano - Mario Fezzi, avvocato - Dario Fo, attore, Premio Nobel per la letteratura - Massimo Florio, economista, Università Statale Milano - Damiano Galletti, sindacalista, segretario CGIL Brescia - Pio Galli, già Segretario generale FIOM nazionale - Giorgio Gaslini, musicista e compositore - Giulio Giorello, filosofo - Alberto Guariso, avvocato - Lorenzo Guerini, Sindaco di Lodi - Enrico Intra, musicista - Gad Lerner, giornalista - Giacomo Manzoni, musicista - Mario Mazzoleni, economista, Università Brescia - Alcide Molteni, Sindaco di Sondrio - Milly Moratti, Presidente “ChiAmaMilano” - Salvatore Natoli, filosofo, Università Milano Bicocca - Piergiorgio Odifreddi, matematico, scrittore - Moni Ovadia, scrittore, uomo di teatro - Mattia Palazzi, Presidente ARCI Lombardia - Alessandro Pastacci, Presidente Provincia di Mantova - Luigi Pestalozza, musicologo - Ottavia Piccolo, attrice - Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano - Antonio Pizzinato, Presidente ANPI Lombardia - Franca Rame, attrice - Lorenzo Rampa, economista, Università Pavia - Lella Ravasi Bellocchio, scrittrice - Ida Regalia, sociologa, Università Statale Milano - Marino Regini, sociologo, Università Statale Milano - Emilio Reyneri, sociologo, Università Milano Bicocca - Don Gino Rigoldi, Comunità Nuova - Virginio Rognoni, Professore - Onorio Rosati, sindacalista, segretario CGIL Milano - Paolo Rossi, attore - Mirco Rota, sindacalista, segretario FIOM Lombardia - Assunta Sarlo, giornalista, Presidente di “Usciamo dal silenzio” - Franco Scarpelli, giurista, Università Milano Bicocca - Sergio Silvotti, Portavoce Forum Terzo Settore Lombardia - Cecilia Strada, Presidente “Emergency” - Gianni Vaggi, economista, Università Pavia - Salvatore Veca, filosofo, Istituto Superiore di Studi, Pavia - Roberto Vecchioni, cantautore - Sergio Veneziani, Presidente AUSER Lombardia. Uffici stampa: ACLI Lombardia, ARCI Lombardia, CGIL Lombardia