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Rinviate le elezioni all'Ordine: è legge


Finalmente possiamo districare le nostre dita, tenute incrociate nella speranza, esaudita, che il Senato cominciasse finalmente a mettere mano alla riforma dell'Ordine. Il Senato stasera poco dopo le sette ha infatti votato la fiducia al decreto “Milleproroghe” con 155 voti favorevoli e 122 contrari (mentre alla Camera, lo scorso 10 febbraio, era stato approvato con 283 sì, 149 no ed un astenuto) . Il decreto, che ora è legge, prevede diverse misure che interessano la categoria. Come la proroga d'un anno del divieto di incrocio fra stampa e tv o come il divieto alle aziende tv, con ricavi oltre l'8% del Sic (sistema integrato delle comunicazioni), di acquisire partecipazioni nelle imprese editrici di quotidiani, fatta eccezione per i quotidiani via web. E come appunto lo slittamento a fine anno delle elezioni dell’Ordine nazionale e degli Ordini regionali, elezioni che si sarebbero dovute tenere nel maggio 2016. Il che promette bene sull'esito della futura riforma dell'Ordine: la nuova legge in discussione proprio in questi giorni alla Camera dei deputati prevede 36 consiglieri nazionali anziché i 144 attuali. Intanto lo slittamento ci fa risparmiare, il che è sempre cosa positiva. Il rinvio del voto evita infatti evita che si ripetano due volte convocazioni ed elezioni, con relative spese, a distanza di pochi mesi: prima applicando la vecchia normativa e poi seguendo la nuova legge che verrà. Se verrà (e qui toccherà di nuovo incrociare le dita). La legge Milleproroghe apena approvata, oltre a frenare pro tempore gli incroci proprietari, offre anche un po' di respiro alle aziende editrici e ai rivenditori, rinviando a fine anno l'obbligo di tracciare telematicamente le vendite e i resi. Al contrario un altro comma del Milleproroghe impone alle televisioni locali di compensare con le risorse a propria disposizione sia le riduzioni degli stanziamenti pubblici del 2014 sia anche di quelli del 2015.
       
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