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Perchè votare "Un altro Ordine è possibile"


Perchè votare i candidati di "un altro ordine è possibile" ? Lo spiegano, due consiglieri storici dell'Ordine, Bruno Ambrosi e Stefano Jesurum, che senza rinunciare allo spirito di sempre, questa volta partecipano da spettatori e non più da candidati alla campagna elettorale. Abbiamo la brutta abitudine di considerare gli  organismi di categoria come enti inutili o quasi, salvo invocarne il buon funzionamento quando ne abbiamo bisogno: un caso per tutti l'assistenza sanitaria della Casagit. Invece l'Ordine e il Sindacato, per moltissimi di noi, sono entità lontane, "romane", un pò burocratiche e magniloquenti. Eppure non deve e non può essere così, specie in tempi gravi come quelli che la nostra categoria sta vivendo, tra crisi editoriali e imbavagliamenti disposti dall'alto. Ecco quindi che un Ordine che funzioni davvero può assumere le vesti di paladino del buon giornalismo. A Milano, l'esperienza di un altro Ordine posssibile è stata positiva: svecchiamento delle linee-guida, attenzione ai modelli di cambiamento della professione, monitoraggio delle trasformazioni profonde che sono "in fieri". Diverso il discorso romano, quello relativo all'Ordine Nazionale dove un organismo pletorico e "datato", come la sua legge istitutiva, non può certo essere vissuto come un organismo efficace. Eppure anche lì i delegati lombardi della nostra visione dell'Ordine si sono battuti riuscendo a strappare un documento sulla riforma che poi si è impantanato nelle paludi istituzionali.  Ecco perchè un giornalista in buona fede oggi non può che scegliere i colleghi che hanno dato buona prova nella gestione ordinistica, sia in sede locale che in quellla nazionale e che si presentano al  consenso elettorale con la sigla che rappresenta un profondo convincimento "Un altro Ordine Posssibile".  Bruno Ambrosi  --- Care colleghe e cari colleghi, amiche e amici, mi avete “mandato” in Consiglio nazionale dell’Ordine per un numero di anni esagerato (oltre dieci), e di questo vi ringrazio: è stato pesante ma utile e di soddisfazione. Il fatto che oggi abbia deciso di fare un passo indietro non è certo motivato da disaffezione per la causa. Anzi. il progetto di Riforma che proprio noi abbiamo contribuito a elaborare e ad approvare era e resta il meglio che si potesse ottenere. E all’interno di questo “meglio” ci sta pure il non andare oltre tre mandati. Ecco perché non mi ricandido: perché abbiamo fatto un buon lavoro. E lo continueranno a fare gli amici più giovani di anzianità Cnog, insieme ai “nuovi”. Abbiamo radiato spie e fascisti, abbiamo rimesso pulizia tra le scuole, abbiamo cercato di difendere questo mestiere che in troppi vogliono imbavagliare. Avanti così, compatti con.... Stefano Jesurum  (Corriere della Sera)
       
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